La recensione su The Gray Man

Questo è uno di quei film in cui la durata è senza dubbio eccessiva. Sembra, dall'inizio alla fine, di guardare un frullato. Sì, un frullato a base di 007, Jason Bourne, RED, Mission Impossible, e chi più ne ha più ne metta. Un paio di attori di richiamo, poi, colmano la totale nullità di tutti i coprotagonisti. 

Mentre in passato film di un certo "calibro" vedevano solitamente un cast di comprimari degni di nota accompagnare i "mostri sacri" del cinema, oggi è sempre più invalsa la tendenza a riempire di schifezze di attori, sia dal punto di vista esteriore che recitativo, all'insegna del: "ti butto lì un paio di nomi di richiamo, tanto poi del resto chissenefrega". Si vedono, ormai, facce che ci si chiede come siano finite nel mondo del cinema: visi banali, mediocri, inespressivi, spesso proprio brutti. Ma nemmeno il brutto "memorabile". Semplicemente il bruttino dimenticabile. Estetica a parte (che comunque facendo cinema, piaccia o no, non si può omettere), ci si chiede quali debiti di gioco debba pagare Billy Bob Thornton, per finire mescolato con questa schifezza da streaming netflixiano. 

Ryan Gosling, nessuno lo ha mai considerato un riferimento dell'espressività attoriale. Chris Evans, ho scoperto che impersonava il cattivo leggendo i titoli di coda, poichè era irriconoscibile. L'ideona, comunque, di prendere il super-buono per eccellenza e renderlo super-cattivo credo abbia funzionato moltissimo per i talk-show, ma per tutto il resto, un'idiozia totale con un risultato squallido.

Tra l'altro, come insegna ormai anche Bullet Train (che come livello siamo lì), non sapendo più come esasperare le scene d'azione in sè, i superfantaultraipermegacattivi non basta più che commettano efferatezze di ogni tipo, ma devono essere "introdotti" da descrizioni iperboliche sulle loro gesta da cattivoni.

All'ormai immancabile grandtour europeo, questo film aggiunge una nota di inverosimiglianza presentando spostamenti a velocità che nemmeno i meglio teletrasporti di Star Trek. Vediamo gente in un ufficio in Virginia, dopo 3 scene in Austria. Croazia o Praga, come se fossero il garage con la cantina... 

Ah, se solo avessero avuto il coraggio delle proprie azioni, sarebbe risultato un capolavoro... della comicità. Ci sono scene che sembrano un omaggio a Una pallottola spuntata, quando Drebin e il cattivo di turno si prendono a pistolettate, nascondendosi dietro a muri e bidoni, e l'allargamento dell'inquadratura poi ce li mostra a pochi centimetri uno dall'altro. 

La trama è, appunto, un frullato (di frutta marcia!), per cui commentarla servirebbe anche a poco. Molto belli gli spot dell'Audi, che, nonostante il profluvio di quattrini sborsati in pubblicità, resta una schifezza di auto imbellettata con lucine e specchietti per allodole.

Se siete ragazzini, o in generale questo stile di opere non vi è ancora venuto a saturazione, e cercate un intrattenimento da poco, il film può tranquillamente darvi qualcosa (lasciarvi, ne dubito...). Per tutti gli altri, però, il consiglio è quello di evitare l'ennesimo polpettone pure semibuonista (perchè in fondo i ragazzi della CIA sono dei bastardi ma solo le mele marce!). Voto minimo nella speranza di non avallare questo malcostume di propinare agli spettatori robaccia insulsa trita e ritrita e rincretinente.