Un galeotto di nome Court Gentry (Ryan Goslin), divenuto suo malgrado collaboratore della CIA dopo esser stato contattato da un alto funzionario di nome Donald Fitzroy (Billy Bob Thornton) che, comprendendo le ragioni per cui l'uomo è finito in carcere, ha inteso sfruttare quella sua istintività per impiegarla in azioni spionistiche di alto livello, si ritrova, dopo anni di fidato servizio come agente e killer in incognito, a dover fuggire da un intrigo ordito da un suo superiore psicopatico, più o meno coetaneo (Chris Evans, già coi Russo nei panni di Capitan America in svariate pellicole di successo planetario), che, corrotto fino al midollo, teme che il suo abile collega possa smascherarlo e fargli finire i giorni che gli restano in quella stessa situazione dalla quale il nostro uomo è fuggito.
Ne seguirà una lotta sempre più agguerrita ed impari, che costringerà il nostro uomo ad una fuga perenne, coadiuvato per fortuna dalla bella collega Dani Miranda (Ana de Armas).
Il ritorno in regia dei fratelli Anthony e Joe Russo, reduci dai successi milionari in casa Marvel, vede i due coinvolti per la seconda volta in un progetto finanziato da Netflix (dopo il non troppo esaltante Tyler Rake con Chris Hemsworth, giusto per restare in ambito "supereroi"), che ha concesso una pur sparuta distribuzione cinematografica alla vigilia di dirottare sulla propria piattaforma il film action in questione.
Tratto dal romanzo "Tre giorni per un delitto" di Mark Greaney, questo The gray man si dimostra un action per nulla indimenticabile, ma ben girato e forte di alcuni momenti sufficientemente adrenalinici per rendere il film un prodotto di mero consumo usa e getta che concede ciò che promette, senza nessun particolare sussulto, ma pur senza annoiare veramente.
Certo forse da due registi così in auge come i Russo ci si poteva aspettare probabilmente di più, ma certo momenti epici come il duello finale che vede coinvolte in prima persona le due star di primaria grandezza come Goslin e Evans (piuttosto ironico e riuscito il personaggio a cui dà vita la star), più o meno coetanei quarantenni in gran forma, riesce a risultare divertente, come qualche altra scena movimentata del film, che resta puro divertissement, ma tutt'altro che ignobile.
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