Regia di Guy Ritchie vedi scheda film
Prima di guardare un classico, cerco di guastarmi il gusto in bocca con una ciofeca, per esaltare la fruizione della visione successiva, ma questa volta ho sbagliato, la pellicola in oggetto non è spregevole. Innanzitutto la vicenda non presenta situazioni inverosimili, certo il casus belli è un po' strano, ma ci può stare, e questo è una rarità per film di questa risma. Il soggetto regge, l'intreccio non è malvagio, la fotografia è ineccepibile, sceneggiatura, eccetera. Ma l'aspetto più interessante, a giudizio di chi scrive, è la questione morale. Di solito in queste pellicole abbiamo una contrapposizione netta tra il bene e il male, un eroe buono (ex-militare, ex-questo o ex-quello) che esercita violenza anche spietata però contro persone che sono dalla parte del torto, e che quindi "meritano", almeno per lo spettatore, questo trattamento. Anche qui all'inizio la situazione sembra sia tale, ma poi si scopre che il protagonista è addirittura più "cattivo" dei suoi nemici, ma come nel vecchio schema non fa alcun male agli innocenti. Ma la cosa non finisce qui: alcuni personaggi che sembrano dotati di virtù angeliche si rivelano poi loschi traditori, e ovviamente anche viceversa. Certo, non è una novità questo tipo di soggetto, ma per un genere di film diretto ad un pubblico che non si fa molte domande, questo potrebbe rivelarsi un piccolo passo in avanti.
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