Regia di Joe Penna vedi scheda film
Un film drammatico di ambientazione fantascientifica. La vicenda si svolge in un prossimo futuro. Marte è oggetto di colonizzazione terrestre; il viaggio di andata e ritorno dura due anni. Una navicella spaziale è lanciata verso il Pianeta Rosso, con un equipaggio di due donne - la comandante Marina ed il medico Zoe - ed un uomo, lo scienziato Kim. Subito dopo la partenza, tuttavia, spunta fuori un altro passeggero, Michael, un tecnico rimasto intrappolato in un vano della navicella ed imbarcato suo malgrado. L'evento causa la rottura dell'impianto di purificazione dell'aria. L'ossigeno a bordo non è sufficiente per i quattro, ed indietro non si può tornare. Una prima soluzione è offerta dalle alghe portate a bordo dal dottor Kim, per la conduzione di un esperimento, alla quale lo scienziato è costretto a malincuore a rinunziare; ma ciò non è sufficiente. Le premesse di questo racconto non sono di certo originali. Alcuni uomini lottano per la vita, prigionieri in un ambiente ostile e con scarso aiuto da parte delle tecnologie a loro disposizione; anche l'evoluzione della trama è ordinaria. Il sacrificio di uno dei membri dell'equipaggio garantisce la sopravvivenza degli altri. Il ritmo è lento, i colpi di scena limitati. Nonostante ciò, la suspence è sempre molto elevata. Il regista s'impegna per conferire verosimiglianza al suo racconto; benchè siano scossi e divisi da comprensibili tensioni emotive, i personaggi non lasciano che l'inevitabile conflittualità trovi sfogo in episodi di violenza. Sono i dialoghi a definire le loro interazioni e determinare la loro individualità. Kim (Daniel Dae Kim) è uno scienziato tutto d'un pezzo; la sua estrema razionalità, condita da un certo risentimento verso Michael, involontario "sabotatore" della missione, sfocia in amoralità. La dottoressa Zoe (Anna Kendrick), empatica e coraggiosa, è la sua naturale antagonista. La comandante Marina (Toni Collette) sente il peso della responsabilità affidatele; le sue scelte sono estremamente difficili. Infine, c'è Michael (Shamier Anderson), finito a bordo ne' per dolo, ne' per sua colpa. Un suo sacrificio sarebbe dunque percepito come ingiusto, tanto più che mostra di avere un ottimo motivo per dover sbarcare sano e salvo dalla navicella. I quattro troverebbero pure un modo per sopravvivere, ma la sfortuna si accanisce e la persona emotivamente più coinvolta sceglie di immolarsi per la sopravvivenza degli altri. Il livello della recitazione senza infamia ne' lode. Storia coinvolgente e drammatica, getta un'ombra di pessimismo sul futuro. Nonostante l'inevitabile progresso tecnologico, l'uomo, fragile fisicamente ed emotivamente, rimane un minuscolo e quasi insignificante elemento, al cospetto dell'immensità del cosmo.
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