Regia di Franco Brusati vedi scheda film
L'inizio lascia ben sperare perchè impreziosito da una musica eccelsa che fa da sfondo ad una scena curiosa che riassume con pochi elementi tutta l'essenza del film: il classico andamento che contrassegna i paesi del nord, fatto di pulizia, ordine e di profondo silenzio, scosso dalla masticazione rumorosa di un uomo che dimostra di avere poca dimestichezza con quei luoghi. L'inadattamento non si manifesterà soltanto in quell'occasione, ce ne saranno delle altre.
Una in particolare avrà delle conseguenze nefaste sulla sua spasmodica attività protesa ad abbracciare un lavoro in grado di metterlo al riparo dalla miseria in cui versa.
Dal bisogno incessante di urinare nascerà la situazione che lo metterà nei guai con la giustizia.
Ignaro delle leggi che condannano in maniera aspra chi espleta i propri bisogni fisiologici in luoghi pubblici, la farà proprio dove è esposto agli sguardi della gente.
La speranza di arricchirsi in terra straniera verrà quindi infiacchita da questo incidente di percorso.
Lui peró non ha intenzione di mollare e, per riuscire nell'intento, non esiterà ad accettare i lavori piú umilianti.
Anche vivere in un pollaio, umile e squallido, puó rappresentare per lui una buona occasione per non soccombere.
Ed è proprio quando verrà catapultato dalle circostanze della vita in quel luogo che entrerà in campo tutta l'ironia agrodolce del grande Nino Manfredi, ravvisabile in maniera accentuata nella scena in cui fa finta di credere alle parole proferite dal suo compagno di sventura, che gli indica i vantaggi derivanti dallo stare in un pollaio. Una condizione pietosa di cui prenderà piena coscienza quando tutti si dirigeranno verso la finestra per osservare i padroni che si fanno il bagno nudi.
A quel punto capirà che niente puó legarlo a quelle persone.
Ed anche lì Manfredi, attraverso il suo personaggio, ha saputo trasmettere quell'amarezza che soltanto l'ironia puó rendere viva ed intensa.
Dopo quella delusione si darà da fare per trovare altri impieghi ma senza ottenere nessun risultato.
Non gli resterà altro da fare che prendere il treno per tornare nel suo paese natio. Durante il viaggio verrà peró angustiasto dal comportamento dei suoi paesani che, per contrastare le avversità della vita, non sanno fare altro che rifugiarsi nel canto. Per non sentirli piú deciderà di scendere dal treno quando è ancora in corsa.
Lo vediamo a quel punto uscire da una galleria con l'aria stravolta.
È l'ultima scena di un film significativo e profondo che ha saputo valorizzare appieno il talento di Manfredi... da vedere assolutamente..
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