Regia di Franco Brusati vedi scheda film
Essere italiani puo' apparire un "difetto",d'altronde come dice Nino Garofoli "Nessuno è perfetto".C'è tantissima attualita' in questo film.A distanza di 40 anni mantiene intatta una coscienza "antropologica" e sociale che lega l'uomo al cordone ombelicale di una terra.
"Pane e cioccolata" è un documento eccezionale,una sagra di varia umanita' che gioca "fuori casa", Manfredi è lo straniero senza nome o domicilio,ghettizzato dall'ordine "civile" e ordinario.
Il grande Manfredi offre una delle performance migliori della carriera,da emigrante ciociaro,semplicione e burino che "tiene famiglia",si ritrova catapultato per necessita' economiche in un limbo estraneo.
La fredda Svizzera è quella dei ristoranti d'alto ceto,dove italiani,turchi e spagnoli sono la manodopera umile e servile,un mondo spaccato a meta' dal dramma dell'immigrazione.
Poi vi sono imprenditori come Johnny Dorelli,"esiliati" nel mondo dorato d'una ricchezza illecita,dove il "bene" è solo materiale.
Brusati compone cosi' un quadro malinconico,oscillante tra humor,farsa e tragedia.Si ride amaro per un provincialismo atavico dell'italiano,della sua amara nostalgia che pervade baraccopoli di legno e ferraglia.
La speranza d'un domani migliore e florido economicamente è rinchiuso in fetidi tuguri,dove un ammasso umano compone "cabaret" o travestimenti di dubbio gusto.Tutto serve a distrarsi o ad avvicinarsi alla terra straniera,a integrarsi in essa,ad assorbire usi e costumi estranei,facendoli propri e cambiandone i "connotati" fisici.
Il mondo casalingo è una terra quasi "straniera" che neanche l'affetto di una vicina di casa in fuga da un paese in pieno "regime" riesce a colmare.La forza di quest'opera risiede proprio nella sua fiera "qualunquista" che ci restituisce un orda di personaggi naif e ruspanti,italiani ammassati in pollai,che vivono alla stregua di pennuti del quale ne fanno un commercio.
E' un passaggio caratteristico quello in cui Garofolo/Manfredi s'immerge nello sterco d'un pollaio,diventa sodale coi suoi "abitanti",primitivi d'un mondo moderno.Manfredi e Brusati offrono sin dal "pantagruelismo" del titolo una fetta sociale di mondo,reale e proletario,nel quale si fanno i conti con la spietatezza d'una societa' classista e razzista.
Nonostante tutto vive un lembo d'ottimismo,una speranza d'un "domani migliore" vivente nell'esultanza per una partita di calcio dove un "GOOOLLLL!!!!!" urlato a squarciagola ha la valenza d'una liberazione contro l'ostilita' d'un popolo.
L'attualita' di questo film risiede nel dramma d'un immigrazione ancora odierna,di giovani che lasciano la madrepatria con tristezza,inoltrandosi in selve straniere,dove non importa essere umano,ma "pulito,quadrato e civile".Il mondo sembra non essere alla portata di tutti,ma la smentita è dietro l'angolo,Garofolo/Manfredi è pezzo di cuore tutto tricolore,che se ne fotte altamente dei pregiudizi altrui.......e intrepidamente "dira la sua" nella pulita e civile "oasi razzistica" della Svizzera.Un film speciale che ogni leghista "purosangue" dovrebbe vedere,per ricordarsi un pezzo di mondo malinconico che ha fatto parte di noi.......
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