Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film
AL CINEMA
"Tutto è vero senza che nulla sembri verosimile".
Nel tardo pomeriggio del 19 aprile 2019, un incendio, risultato poi colposo e non frutto di un attentato come pareva plausibile sul momento, devasta gran parte del celebre monumento nazionale francese, il principale e più noto luogo di culto parigino e di Francia costruito nel 1163. A fronte di questo incredibile avvenimento, che per fortuna non ha comportato nessuna vittima né tra il pubblico, ne tra i soccorritori, e non ha implicato il crollo della parte muraria della cattedrale, né la perdita dei preziosi oggetti custoditi all'interno - tra cui una preziosa reliquia contenente parti della corona di spine inflitta a Gesù sul Calvario - il temerario e sempre originale regista Jean Jacques Annaud, noto per una innata predisposizione ad accettare missioni inconsuete, se non impossibili, si mette alla prova raccontando le concitate, drammatiche fasi che hanno contraddistinto l'incendio scoppiato nella meravigliosa basilica.
Il cineasta, famoso in particolare per
la riuscita tutt'altro che scontata della trasposizione del best seller Il nome della rosa di Umberto Eco, ma pure quello che fece recitare un orso nell'omonimo film, nonché due tigri cucciole più o meno vere e un lupo, nonché viaggiare Brad Pitt alla ricerca del Dalai Lama in Tibet, o trasporre l'assedio di Stalingrado in un colossal che Sergio Leone sognò e progettò ma ahinoi non riuscì a far suo, ma soprattutto il cineasta ardito che riuscì a rappresentare l'alba dell'uomo in un film senza dialogo e tutto versi e grugniti quale fu lo straordinario La guerra del fuoco, non smette di stupirci nemmeno stavolta.
Notre Dame in fiamme è tecnicamente un film sensazionale, perché riesce a dare un'idea molto concreta di cosa possa significare una tecnica di direzione che fa la differenza, ovvero che risultato impeccabile possa comportare una regia di polso ineccepibile.
Poi certo, nel suo rivelarsi un curioso, seppur non nuovo ibrido tra fiction e documentario, il lavoro meticoloso ed incalzante di Annaud presenta qualche dialogo trionfalistico di troppo e un tono piuttosto patriottico ed elegiaco che può dare fastidio o creare qualche imbarazzo. Se si eccettua infatti la pedanteria di alcuni personaggi, un'enfasi un po' fuori controllo nella costruzione dei dialoghi e dei racconti, nonché l'intervento di alcuni personaggi un po' ridondanti (la vecchina col gatto sul tetto che protesta per il mancato intervento dei vigili del fuoco) bisogna ammettere che, a livello di impostazione e tecnicamente, Notre Dame si rivela un gran film. Un prodotto a forte presa che conferma Annaud come un audace cineasta fuori dagli schemi e l'emblema delle missioni impossibili o comunque fuori dagli standard classici.
La ricostruzione delle varie fasi del monumento in fiamme mette davvero i brividi e risulta del tutto emozionante, nonostante un utilizzo un po' esaltato di musiche degne di un blockbuster d'avventura. Il salvataggio dal crollo della struttura è affidato alla temerarietà eroica di due pompieri in particolare, le cui gesta sono seguite nei dettagli più spiccioli di un finale al cardiopalma in lotta contro il tempo per evitare un crollo che pareva inevitabile.
Nel film spicca indelebile quel senso di solidarietà e amor patrio che rende i francesi un popolo più che partecipe e responsabilizzato a preservare nel migliore dei modi i valori e un'eredità storica preziosa ed unica di una nazione cardine d'Europa che non si vergogna di ostentare orgoglio e amore incondizionato per i valori di casa propria.
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