Regia di Vincenzo Alfieri vedi scheda film
Wrong Detective. Fake Detective. Autentici ACAB.
“È una sconfitta in partenza. All’inizio c’è sempre una vittima e alla fine solo un assassino.”
Non certo "nuova", e non solo perché pizzolatto-ligotti-truedetectivesca, ma comunque splendida (e sempiterna) frase, immagino tratta dalle pagine de “il Confine”, il romanzo di Giorgio Glaviano da cui Vincenzo Alfieri ha tratto (“rincorrendo” forse un po’ troppo Rust Cohle e Marty Hart sulla strada di Carcosa, e penso anche ai due protagonisti del “Texas Killing Fields” di Mann-figlia, m’al contempo riuscendo a tenersi abbastanza lontano dallo stile Carrisi, nel senso di Donato, mentre i titoli di testa richiamano direttamente quelli fincheriani di “the Girl with the Dragon Tatto”), con l’aiuto dello stesso scrittore e di Fabrizio Bettelli, l’adattamento per la sua opera terza - dopo “i Peggiori” e “gli Uomini d’Oro” - da regista, sceneggiatore e montatore (e a tal riguardo il tocco personale in sede di taglia e cuci si percepisce, anche se a tratti traspaiono delle venature un po’ naïf).
Edoardo Pesce e Massimo Popolizio sono una garanzia e un valore aggiunto a prescindere, Nicola Rignanese ha (sempre) la faccia giusta (tipo Joe Pesci nei panni di Leon Bernstein, alias Bernzy, vale a dire Arthur Fellig, alias Weegee, in “the Public Eye” di Howard Franklin), mentre altre discretamente buone prove le forniscono Chiara Bassermann, Marcello Prayer, Chiara Caronia e Luca Zunic.
Il duello “frollato/statico” finale è apprezzabile per l’idea e migliorabile nella realizzazione. Fotografia di Davide Manca. Musiche di Andrea Bellucci. Producono Federica & Fulvio Lucisano e Vision. Distribuisce Sky. L’atmosfera è da grande lago prealpino [la sponda lombarda del Lago Maggiore, quel ramo (lecchese) del Lago di Como o il meno conosciuto e più “isolato” Lago d’Iseo], ma in realtà, oltre al Tevere e all’Aniene, non sono il Verbano, il Lario o il Sebino, bensì il ben più piccolo lago vulcanico di Albano, accraterato sui colli omonimi, a creare quest’atmosfera plumbeo-lacustre, da bayou dell'Agro Pontino: i Castelli Romani con quest’aria… insubrica. Insomma: sembra l’Averno.
Poi, infine e innanzitutto, come si fa a non amare, pur moderatamente, un film che termina con U Stuorto che corre libero controvento e verso il sole [cavalcando un'improbabile cabriolet usato (residuato) sicuro degli anni '80/'90] come in un film di Peckinpah, Cimino, Tarantino o... (sulle note di "Burn" dei Cure) ...Ridley/Tony Scott?
Wrong Detective. Fake Detective. Autentici ACAB.
* * * ¼ - 6½
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