Regia di Vincenzo Alfieri vedi scheda film
Dopo un rave party, due ragazzi vengono rapiti e torturati. Il capitano Rio (Popolizio), che conduce le indagini, è convinto che l'autore del sequestro sia lo stesso che dieci anni prima fu costretto a rimettere in libertà. Ad affiancarlo c'è il rude carabiniere Meda (Pesce), un uomo ossessionato dal suo tragico passato familiare. Tra i due, costretti a lavorare in un piccolo paese di provincia, si alternano competizione e solidarietà. Il caso risulterà molto più ingarbugliato del previsto.
Abbandonata (per nostra fortuna) la via della commedia (I peggiori), il regista Vincenzo Alfieri continua a battere la strada del cinema di genere (Gli uomini d'oro). Stavolta lo fa con un film cupissimo, a tratti farraginoso, servito da un cast squilibratissimo tra i due bravi protagonisti e il resto della ciurma (produce Sky, con la cinghia evidentemente tirata). Alla base del film c'è il romanzo Il confine (Marsilio Editore) di Giorgio Glaviano, qui autore anche di una sceneggiatura che va a parare dalle parti del già visto: un po' Seven, un po' Il siero delle vanità, un po' Prisoners, con l'accentuazione di atmosfere plumbee e morbose e qualche ellissi narrativa di troppo.
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