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La cerimonia dei sensi

Regia di Antonio D'Agostino vedi scheda film

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La recensione su La cerimonia dei sensi

di LIBERTADIPAROLA75
7 stelle

Curioso esordio politico e grottesco (tipico del periodo) di un regista che si darà al porno puro.

Dopo essere sopravvissuto ad un incidente stradale un giovane si ritrova in un Mondo (parallelo o è questo che, in pochi giorni, è cambiato?) dove gli esponenti del potere (anche religioso) si abbandonano ad orge e scandali. Lui, come nuovo messia, scatena rivolte. Perché lo fa? si domandano i potenti. Forse perché vuole raggiungere lui stesso il potere? I governanti avranno un'idea per sfruttare a loro vantaggio la situazione. Però... Curiosissimo esordio di un regista che poi si darà al porno puro (ma scene hard sono presenti già qua, anche se il film circola in più di una versione, softcore e hardcore). Le ambizioni da cinema impegnato non mancano (si strizza l'occhio a Ferreri, Bunuel e Pasolini) e, almeno per quello, l'autore merita un (minimo di) rispetto. Il risultato finale però sembra un film povero di idee dove le scene di sesso compensano le lacune di sceneggiatura (che, altrimenti, lo renderebbero un mediometraggio). Simpatiche e divertenti però le frasi dove il mondo è paragonato all'escremento.

 

locandina

La cerimonia dei sensi (1979): locandina

 

 

In una scena di orgia compare, uscendo con un sensuale balletto da un divano a forma di bocca (celebre oggetto di modernariato) l'ermafrodito Eva Robin's (poi protagonista del successivo lavoro di D'Agostino EVA MEN e nobilitata da Dario Argento in una celebre sequenza del politicissimo TENEBRE). Una curiosità: il soggetto dovrebbe provenire (almeno in parte, quella riguardante il potere religioso che vuole strumentalizzare il Messia) da un'idea di un collettivo artistico underground guidato dal pittore/regista Jens Jorgen Thorsen per un film che doveva essere realizzato pochi anni prima (ma che, dopo le vicissitudini di preproduzione, vedrà la luce, in maniera differente rispetto all'idea originale, solo nel 1992 col titolo IL RITORNO). Nelle scene esterne è riconoscibile Brescia, tipo Piazza della Vittoria (info sulle location a cura del Dizionario del Turismo Cinematografico). Un bravo alla fotografia, molto curata e suggestiva, tendente a omaggiare certa pittura religiosa. Con sorpresa finale da cinema horror. Più curioso che riuscito.

 

 

Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.

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