Regia di Antonio D'Agostino vedi scheda film
Esordio in regia per Antonio D'Agostino, intenzionato a percorrere il cinema politico di Pasolini, senza riuscire a mostrare nulla più che un insieme di volgari e lunghissime scene anche hard. Cinema pretenzioso e pertanto noioso, anche quando si spinge nel porno.
Un incidente automobilistico, con auto in fiamme, coinvolge uno stuntman. Illeso, l'uomo è convinto di essere un nuovo Messia. Soccorre prima una donna aggredita da malintenzionati, poi accede ad una villa nella quale alte personalità del mondo politico, ecclesiastico, militare e industriale si abbandonano ad abbondanti pranzi e orge sfrenate. Dopo aver interrotto il festino, guarisce un cieco ma finisce sotto le attenzioni della polizia, coinvolto in una retata di attivisti politici di sinistra.
La cerimonia dei sensi: l'interminabile orgia/banchetto. Sulla destra Eva Robin's
Inguardabile - letteralmente - esordio alla regia di Antonio D'Agostino che scrive una sceneggiatura pretenziosa, politica e fortemente in debito con la cinematografia di Pasolini (Salò o le 120 giornate di Sodoma, 1975) e Ferreri (La grande abbuffata, 1973), dalla quale vorrebbe emulare posizione teorica impegnata a sinistra, cioè a dire, ovviamente, contro il consumismo e le "autorità costituite". I dialoghi sono banali, astrusi, invecchiati malissimo e impostati, ça va sans dire, contro l'egemonia della classe dirigente, sulle collusioni tra alte cariche di governo con la chiesa e con altre forze di potere (giustizia, imprenditoria, polizia). Il solito pistolotto di sinistra, come se le responsabilità del malgoverno dell'epoca non fossero anche da attribuire a un'opposizione che non c'è mai stata e che quando avrà occasione di occupare poltrone in senato o alla camera, farà anche di peggio. La tremenda sceneggiatura va di pari passo con una messa in scena volgare e addirittura porno (la versione uncut offre poco erotiche scene di amplessi, ditalini, bocchini, e quant'altro; si intravede anche la porno star Annj Goren). Frasi a disprezzo del governo - del tipo "cumuli di merda che sembrano la Capitale" - trovano anche espressione iconografica, quando i viziosi ospiti della casa/bordello seguono il consiglio della padrona: cacando e pisciando sul pavimento. Inutilmente dissacrante, stomachevole e di pessimo gusto, recitato malissimo, con scene dilungate sino alla nausea (i banchetti con ragazze a pulire i piedi). "La cerimonia del (non)senso" è un'opera indifendibile, che ha solo un pregio: la presenza di una giovanissima e sensuale Eva Robin's, bellissima quando emerge da una sorta di divano forgiato a forma di labbra, per eseguire uno striptease integrale, con full frontal comprensivo di attributi maschili. E proprio Eva, sarà la protagonista della seconda regia di D'Agostino, Eva Man (1980). Non ancora un porno, almeno non di fatto, ma ormai il regista va in quella direzione (vedi recensione de Il grande momento) e anche nel riprendere gli amplessi, in hard senza alcuna trama sensata, non riuscirà a centrare un titolo che uno.
La cerimonia dei sensi: manifesto alternativo con Eva Robin's in primo piano
"Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire un ponte anche dove non c’è un fiume." (Nikita Chrušcëv)
F.P. 18/04/2021 - Versione UNCUT visionata in lingua italiana (durata: 114'39")
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