Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 78 - CONCORSO
La casa, intesa sia materialmente come immobile, sia figurativamente come focolare domestico, è in qualche modo il tempio dell'anima che la vive e ne fa la propria dimora, il proprio rifugio, la propria soddisfazione. Massimo Sisti è un noto dentista quarantenne che ha trovato la sua oasi familiare in una villa costruita con gusto eccentrico e stile opinabile, persa nei terreni pontini un tempo luogo di paludi antitetiche alla sopravvivenza umana. La sua vita ci pare comunque realizzata e fondata su una armonia familiare che appare indiscutibile.
Peccato che una sera l'uomo scopra che, nella cantina sotterranea e umida piena di rifiuti e di derive poco consone alla perfezione dei piani superiori, si trovi celato un particolare tremendo che l'uomo stesso non riesce a spiegarsi, adducendo lo dapprima ad un complotto ordito da nemici, poi ad un suo gesto compiuto in un momento di stress che ora la sua mente ha cancellato.
Senza entrare ulteriormente in particolari che svelerebbero troppo di quello che si presenta come un thriller dell''anima forte e disturbante, America Latina sonda nei recessi più cupi della mente umana che arriva a crearsi realtà perfette che non esistono, e nasconde le nefandezze che il mostro che vive in noi compie dando sfogo ai propri istinti.
I fratelli D'Innocenzo, che dedicano il film alla regista Valentina Pedicini recentemente scomparsa, proseguono la loro strada, che poi è in realtà la via dolorosa ed auto-distruttiva di un calvario, infischiandosene di risultare scomodi e irritanti, puntando sulla potenza lirica di una deriva che non può avere altre soluzioni se non quella peggiore a cui si possa pensare.
Elio Germano, nervoso ed isterico più che mai, è ancora una volta l'interprete ideale per rappresentare in modo inquietante i termini estremi di questo disagio senza soluzioni.
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