Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film
Disagio e inquietudine regnano nella nuova favolaccia dei fratelli D’Innocenzo. Disagio e inquietudine sono quelle con cui si apre la vicenda di un padre di famiglia che trova una bambina legata e imbavagliata nel suo scantinato e non sa perché si trovi lì. Il mondo attorno a lui si fa oscuro e minaccioso, in grado di dare sempre più carburante alla sua paranoia.
Il film non sa decidere se essere un thriller o un dramma. In conseguenza di ciò, decide di non fare un ibrido ma di alternare le due soluzioni, facendo sentire in modo critico le carenze di scrittura nelle parti in cui l’introspezione si fa più spinta e gli aspetti interrelazionali vengono in primo piano. È una scrittura di pancia, che allude a spiegazioni psicologiche spicciole dello stato mentale del protagonista, che non sa più cosa sia vero e cosa sia falso. E che soprattutto non sa gestire la rabbia nel suo delicato nido di benessere casalingo.
Quando il thriller fa invece capolino, alcune intuizioni di regia fanno capolino con lui, specialmente nelle sequenze iniziali. Ma anche su quel versante, non appena la trama si infittisce, il plot twist si fa più telefonato e le sorprese si esauriscono, e dire che è un pugno di mosche è dire poco.
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