Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film
Con sprezzo assoluto per lo spettatore, i fratelli D’Innocenzo confezionano un film cerebrale, statico e insopportabile nel suo indugiare vanitoso tra volti e spazi.
Si credono autori, lo danno a vedere, esasperano tempi insignificanti e immagini vacue, usano le luci con fare straniante e stordente, raccontano il nulla, scivolano nel ridicolo dell’implausibilità logica (il racconto non sta in piedi, come lo stesso finale). Rispetto ai precedenti film dei fratelli, c’è qui una maggiore volontà di aderire al genere, di farlo proprio, e questo è sicuramente un motivo di pregio.
Ma dal punto di vista del coinvolgimento spurio, dello scavo psicologico, del senso morale del complesso, siamo veramente lontani dalla sufficienza.
Bravissimo comunque, come sempre, Elio Germano.
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