Irritante, sconvolgente e con attori perfetti, i fratelli D’Innocenzo ancora una volta fanno centro!
I fratelli D’Innocenzo (Damiano e Fabio) ancora una volta fanno centro. Dopo gli eccellenti “La terra dell’Abbastanza” e “Favolacce” firmano ora lo sconvolgente “America Latina”. Il cambio di passo di questo film è evidente, la regia impressiona per precisione e stile. C’è una scelta estetica forsennata: dai simboli alle inquadrature, dalle tinte alle atmosfere. Estetica e forme plasmano un viaggio che parte dal contesto accomodante di una famiglia perfetta che vive nell’agio per sfociare nella follia. Quella del protagonista, impersonato da un Elio Germano sempre più bravo. Il film è un po’ noir un po’ thriller un po’ surrealista, una miscela di generi sapientemente orchestrati dai registi. Lo spettatore è immerso in una dimensione quasi onirica, fra reale e irreale. L’inquietudine del protagonista “padre” di famiglia, che cresce progressivamente, trova la sua sublimazione in una festa di compleanno con taglio della torta (e della successiva consumazione enfatizzata dalla frastornante masticazione), una sequenza che resterà negli annali della storia del cinema per essere tanto centrata quanto disturbante. America Latina è un film che non va alla ricerca di una verità che non può esserci, come non può esserci il senso che giustifica certe azioni folli.
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