Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
"Kids Return" è un buon film basato sui ricordi dell'adolescenza di Kitano, filtrati dall'ironia (il terzetto di teppistelli sfigati che più volte compare nei film di Kitano, compreso "Zatoichi") e senza inutili struggimenti sentimentali. Anche il pugilato, realmente praticato dal regista da ragazzo, è una metafora della vita, con le sue regole sul ring e fuori del ring, con i nodi che in fondo vengono sempre al pettine quando qualcuno cerca di barare.
Come si può intuire dal fatto che tra gli interpreti non compare il regista, "Kids Return" non è uno dei "film maggiori" di Kitano, ma è pur sempre un'opera valida di uno dei più grandi artisti viventi, e come tale va visto.
Due liceali di Tokyo, Masaru e Shinji, passano il tempo tra scherzi scolastici e piccoli soprusi ai danni dei compagni più deboli. Nel loro ambiente gravitano altri tre teppistelli cui non ne va bene una e un ragazzino timido che s'innamora della cameriera di un bar. Un giorno i due vengono picchiati da un giovane pugile amico di un ragazzo da loro derubato, per cui Masaru decide di iscriversi a una palestra di boxe. Anche l'amico Shinji è invitato alla palestra e, mentre Masaru capisce che la boxe non fa per lui, Shinji si scopra particolarmente dotato e disciplinato, comincaindo una carriera di discreto successo. Masaru comincia invece come scagnozzo della yakuza, all'interno della quale riesce a piazzarsi bene. Alla fine entrmabi saranno, per loro colpe, espulsi dal mondo di cui erano entrati a far parte, e si troveranno di nuovo a bighellonare nel cortile della scuola che avevano abbandonato.
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