La recensione su The Heiress (II)

di undying

2 stelle

Uno dei tanti inutili horror frutto del solito esordiente tuttofare (regista, sceneggiatore e anche attore), che riesce a sprecare un budget di tutto rispetto, realizzando un film che tradisce ogni aspettativa.

Dopo la morte della nonna Abigail, le sorelle Claire (Candis Nergaard) e Anna (Jayne Wisener) vivono assieme nella stessa casa. Claire è ammalata e Anna se ne prende cura, cercando di trovare il tempo tra obblighi di lavoro e impegni con il fidanzato. Quando Claire inizia a raccontare di avere visioni di persone estranee all'interno dell'abitazione - che hanno l'aspetto di un'anziana donna vestita di bianco e un bambino mascherato - Anna stenta a crederle. Una notte Claire aggredisce erroneamente la sorella, scambiata per la spettrale vecchia, finendo così per essere ricoverata in una struttura psichiatrica.

Si chiama Chris Bell il nuovo esordiente inglese che scrive, dirige e interpreta questo The heiress, film di una scontatezza impressionante, che va ad allungare la lunga lista di horror inguardabili degli ultimi anni, realizzati senza un minimo di personalità. Il tema è matriarcale (la vecchia Abigail si dilettava in riti occulti, Anna è incinta e via discorrendo) ma in mezzo Bell, per andare a colpo sicuro (senza riuscirci), decide di abbondare inserendo nella storia di tutto un po': stregoneria, spettri, follia e persino il demone femminile per eccellenza (Lilith). Nonostante i tanti, troppi, elementi caratteristici del genere, non c'è verso di provare un minimo brivido lungo la schiena. Colpa anche di un cast anonimo, in arrivo da esperienze televisive. Le poche recensioni sull'imdb sono del tutto di parte (vanno dal 6 al 10), dato che un horror così scialbo e indolore riesce a far pentire di avergli dedicato anche solo 80 minuti. Bell non ha il taglio del regista, nemmeno dell'attore e ancor peggio si propone come sceneggiatore (la reazione degli spietati genitori nei confronti di Claire è al limite del paradosso). Riesce inoltre a sprecare un budget stimato in qualcosa come 1.100.000 dollari, facendo apparire il prodotto poco più di un amatoriale. L'unica cosa riuscita è la grafica del manifesto, ossia inquietante a differenza del pessimo film.