Regia di Everardo Gout vedi scheda film
La notte del giudizio durerà per sempre, ma almeno lo spettatore può confidare nella fine del film dopo quelle due faticose orette di visione. Un diletto per gli amanti dei muri schizzati di rosso.
Dopo le precedenti singole notti di follia si cade nella tentazione di far durare "lo sfogo" anche nelle altre ore della giornata con una storia che ci porta nelle campagne americane di frontiera tra cowboy e conservatori, tra immigrati e nativi, tra possidenti e manovalanza. Insomma mancava la carneficina oltre l'ora della campanella e si è posto rimedio con questo capitolo, poco originale e senza profondità alcuna, girato giusto per dilettare gli amanti delle macellerie low cost. La tensione decolla raramente, i personaggi non creano empatia con lo spettatore e dal ritmo ci si aspetterebbe qualche impulso in più. Più che uno sfogo, uno svago per coloro che amano raffiche di mitra, proiettili e schizzi di sangue, senza ricercare significati importanti. Il peggiore della serie. Trito.
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