Regia di Jon Watts vedi scheda film
AL CINEMA
Peter Parker è stato "sputtanato", se un termine così volgare e così poco "supereroico" si può attribuire alla situazione in viene a trovarsi il timido studente di chimica con ambizioni di giornalista morso da un ragno e divenuto, suo malgrado, un supereroe.
Anzi, il supereroe più geloso della propria privacy.
La circostanza di vedersi andare in briciole il proprio segreto, condiviso solo col suo amico pingue e nerd e con l'amata Mary Jane (in realtà una invenzione tutta cinematografica che non accadeva nel fumetto), spinge Peter a chiedere aiuto al Dottor Strange, che, nel cercare di cancellare quella news dalle menti del globo, inavvertitamente apre spiragli da mondi o dimensioni alternative, in grado di riportare in vita, tutti assieme, i più acerrimi nemici di Spiderman.
Ma non solo, per fortuna dell'eroe, del mondo intero, e del pubblico in sala che, esaltato, applaude e si gode lo show dell'anno.
Di più non si può proprio dire, per non rovinare la festa a chi ancora proprio non sa.
Gli incassi stratosferici del primo weekend di programmazione, anche qui da noi ove il ritorno in sala non decolla e floppano tutte le preposte, anche i cinepanettoni, danno ragione a quella politica narrativa della Marvel che gioca sull'accumulo.
Storie che si interfacciano ad altre, espedienti che esulano da ogni raziocinio quasi come accadeva ed accade nei serial quando si fa resuscitare una colonna di protagonista precedentemente, ma a torto, sacrificato.
Un tortuoso percorso da montagne russe entro un luna park che spesso pure riesce a divertire (e ci mancherebbe il contrario!), ma che alla lunga provoca un po' di mal di mare o di nausea da troppo sovraccarico.
Troppi eroi, troppi nemici, troppo poca epica per valorizzare un singolo personaggio o riuscire a detestarne qualcun altro.
E Peter Parker, per quanto Ton Holland ci si impegni con lodevole dovizia di intenti, resta pur sempre qui al cinema troppo ragazzino rispetto al personaggio originale del fumetto, che, tuttavia, ripreso fedelmente nelle sue originarie sfaccettature, probabilmente riscontrerebbe meno seguito sul pubblico di oggi, qualora mantenuto fedele alla sua originaria anima di personaggio solitario e poco comunicativo, come è bastato concepito il Peter Parker sulla carta degli album a lui dedicati.
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