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Spider-Man: No Way Home

Regia di Jon Watts vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Spider-Man: No Way Home

di Antisistema
3 stelle

Tanti furono i gomitini al mio braccio, da venirne fuori un livido ben evidente, ma altro forse non ci si poteva aspettare da Spider-Man : No Way Home di Jon Watts (2021), quindi forse il cinema si è davvero ridotto a questione di settare le aspettative, rinunciando a priori a qualsiasi altra cosa che non si riduca al mero solleticare l'onaismo del nerd, il quale vuole solo appagare la propria fame di citazioni, rimandi e fanservice, per colmare la propria futile esistenza inappagante, sentendosi così finalmente qualcuno, così trascurando qualsiasi altra cosa, perchè tanto che un film sia bello o brutto oramai sembra importare sempre a meno gente, che reagisce con estrema stizza se poi uno ragionandoci sopra (peccato mortale visto che devi tenere il cervello spento secondo il sentire odierno) finisce con lo smontare un giocattolino, che per quanto simpatico, pur sembrando aver tutto al proprio interno nelle sue due ore e quaranta di durata, in realtà non ha nulla, confermandosi così una scatola vuota.
Questo ventisettesimo film dell'universo cinematografico della Marvel, finisce esattamente da quando termina il precedente, con un inizio di puntata che riprende pari pari il meccanismo da serie TV, abdicando totalmente al linguaggio del cinema per rifugiarsi nella televisione, i suoi deleteri meccanismi, le sue dinamiche relazionali ed i suoi dialoghi macchiettistici diluiti, durante i quali Watts ed i suoi sceneggiatori sembrano mostrare nuovamente di avere un'idea ben poco chiara delle dinamiche adolescenziali e dei rapporti inter-personali tra loro, spacciando per leggerezza quello che in realtà è un lungo prologo di una sit-com dalle gambe molto corte, non è un caso che alla fine per mandare avanti tale pellicola invece di concentrarsi su ciò che di potenzialmente interessante si poteva sviluppare dalle conseguenze dell'opera precedente come la distorsione dei mass-media, lo smascheramento o il rapporto con la MJ di Zendaya (che cagneggia alla stragrande e ridicola come adolescente, ma per qualcuno inspiegabilmente grande attrice), la pellicola scelga di rifiutare la costruzione del presente, per rifugiarsi nel passato tramite il meccanismo del multiverso, costruito in modo becero tramite un incantesimo sul far dimenticare l'identità di Spider-Man da parte del Dr. Strange (Cumberbacht) andato a male, per via di uno sketch da programma tv di bassa lega avuto con Peter Parker (Tom Holland), che confermando nuovamente di essere un coglione con i super-poteri, dimostra di non avere alcuna costruzione umana alla base nonostante ben due film alle spalle, tanto che per reggere il personaggio in piedi, la Disney e la Sony, sono dovuti andare nel passato per cercare di dare una forma definita a questo ammasso inconsistente di roba, finendo però con il sancire il fallimento di questo Spider-Man incapace di camminare con le proprie gambe, rispolverando i vecchi cattivi; Dr. Octopus (Molina), Goblin (Dafoe), Electro (Foxx), Sandman e Lizard, nonchè le tanto attese (ed unico motivo di interesse per il 90% degli spettatori a quanto sembra dati gli scoscianti applausi tributati in sala) apparizioni delle precedenti incarnazioni cinematografiche del personaggio; il Peter Parker di Andrew Garfield dei due Amazing Spider-Man e quello di Tobey Maguire della trilogia di Sam Raimi dei primi anni 2000 (lo Spider-Man della mia generazione quindi).
Il multiverso era già stato sfruttato nel recente film animato, Spider-Man : Un Nuovo Universo (2018), ma lì tale costruzione metteva insieme varie differenti incarnazioni del personaggio, accumunate dal fatto di essere tutti dei falliti, che uniti tra loro, trovavano il modo di maturare e crescere tramite le interazioni tra loro, senza contare che dietro tale idea, c'era un apparato visivo pop nella sua colorimetria, che dava concretezza materica a tale concetto, il quale però serviva per mettere al centro i personaggi e non il mcguffin, cosa che invece si fa qui.
Multiverso per Disney/Marvel è solo fanservice senza alcuna base ideologico-umana e senso nelle relazione causa-effetto (ci portiamo poi May, MJ e Ned appresso per tutto il film senza alcun senso logico), con continue citazioni alle opere precedenti, ammiccamenti, camei vari (un Daredevil in panni civili buttato per 2 minuti completamente a cazzo), ma soprattutto una totale piattezza nella direzione registica; capisco che oramai queste opere vadano prese come certi film della Hollywood classica dove il film era frutto della potenza monetaria del produttore più che del regista ridotto a mero esecutore, che deve gridare solamente azione e stop, però un pò di dignità nel mascherarlo.

 

Tom Holland, Zendaya

Spider-Man: No Way Home (2021): Tom Holland, Zendaya

 

Se il regista deve essere questo, per lo meno si scelgano dei dipendenti che sappiano fare il proprio lavoro, perchè Watts (ma in realtà Feige e Pascale), non ha un briciolo di inventiva o idea visiva che si lasci ricordare, se non un paio di sequenze che sembrano scimmiottare malamente Raimi, senza capirne a fondo lo stile ed il senso cinematografico, che dava con le sue carrellate "wired" dal basso, la solita fotografia qui molto più piatta ed anonima del solito, mandando così all'aria qualsiasi concretezza visiva ad un concetto spazio-temporale del multiverso in cui ci si poteva sbizzarrire, ma la fantasia qui è morta a favore del riciclo, non solo in senso narrativo, ma anche nella costruzione delle immagini e probabilmente nel riciclo fotogramma per fotogramma di certe scene dalle idee registiche degli Spider-Man di Raimi (Sandman e Dr. Octopus su tutti), abbastanza spiazzanti (in negativo), degne più di un B-movie di certo cinema di genere nostrano degli anni 70'-80', che per lo meno aveva la giustificazione di non avere soldi dalla sua, dovendosi qui arrangiare con quel che si aveva facendo i salti mortali per far quadrare il tutto, mentre qui con 200 milioni non trovo alcuna attenuante da poter dare ai realizzatori della pellicola.
Scova la citazione ed il rimando, magari per un giro in giostra il giochetto farà felice in molti tra nerd e spettatori comuni, ma a più visioni la durata di oltre due ore e mezza, si farà sentire, per via dei numerosi scompensi in fase di montaggio, nonchè dall'amalgama di tono per niente riuscito tra i personaggi degli altri universi che interagiscono con questo della Disney/Marvel, su tutti ad esempio il Dr. Octopus che perde tutta la propria titanica tragicità per vedersi ridotto a coglione che subisce battute tutto il tempo, ma tanto lontano non và neanche il decantato Goblin di Williem Dafoe, che perde ogni equilibro calibrato nella recitazione che aveva conferito al suo Norman Osborn, per darsi a faccette e smorfie accentuati fastidiose a vedersi, mentre gli altri cattivi sono puro contorno, con l'aggravante di vedere un regresso pretestuoso nella caratterizzazione di Sandman.
Spider-man : No Way Home, procede nella narrazione per scene slegate tra loro, di autonomia massima di 20-30 minuti, dove finito un macro-rimando citazionista, ne comincia subito un altro, senza pause nè concessione di respiro, così alla lunga il giochino diventa tedioso, tanto che l'apparizione dei due precedenti Spider-Man avviene in modo anti-climatico, come se fosse uno sketch del SNL (con tanto di personaggi in posa fissa al momento del loro ingresso fermi fissi in modo innaturale per qualche secondo, beccandosi l'applauso o l'ovazione da stadio); se Andrew Garfield sembra crederci di più rubando la scena ai colleghi, Tobey Maguire i suoi 46 anni se li porta tutti nel viso (tanti mezzi piani per lui tra l'altro), pur mantenendo sempre l'aura da bravo ragazzo che aiuterebbe volentieri la vecchietta ignorata da tutto e tutti ad attraversare la strada, almeno abbiamo un qualcosa rispetto all'ameba di Tom Holland. La mano della Disney però si sente appieno, vista la sua pretesa di imporre in modo reazionario-fascista i propri valori di "cura", se i tre personaggi principali hanno nel proprio vissuto degli eventi tragici che ne giustificano ciò (tranne Holland, il cui percorso è demandato alle altre incarnazioni del personaggio), poco senso ha per i cattivi, i quali prima di essere spediti a casa propria, secondo tale concetto devono essere curati anche loro, imponendo una sorta di TSO obbligatorio a cui costoro devono sottostare per le decisioni di zia May (Marisa Tomei) e di suo nipote, al contrario del Dr. Strange (da qui altro scontro pretestuoso); ma la cura di cui avrebbero bisogno tali nemici, non si può ricondurre al mero superpotere che hanno, ma alle loro turbe mentali, che l'uso di essi ha solo accentuato, da qui la stupidità di un Max, privo di elettricità, redento e "curato" perfettamente, quando in realtà manifestava dei problemi già prima della propria trasformazione, senza contare Sandman, i cui poteri in realtà nulla hanno alterato della sua psiche, nonchè Dr. Octopus che alla fine (ennesimo rimando, ma molto inferiore), diventa un eroe qui, de-privando, il percorso che il personaggio aveva compiuto in Spider-man 2 (2004), in cui era riuscito a salvare la città, prendendo il controllo sulle proprie braccia con uno sforzo di volontà sovra-umano; in pratica la Disney riconduce il problema interno (devianze mentali) a cause esterne (super-poteri), con tesi inaccettabili.
In tutto questo marasma abbiamo alla fine lo Spider-Man di Tom Holland quindi, ma ci si è arrivati sfruttando i film precedenti (su tutti il destino di zia May che poggia quel poco di phatos, sui rimandi al primo Spider-Man di Raimi), bistrattati e rinnegati da certi spettatori, non di certo per la propria capacità di camminare sulle proprie gambe, tanto che azzardando una lettura meta-filmica visto che si parla di multiverso e quindi è doverosa farla, il finale è terrificante nel suo porsi come non crescita nei confronti dello spettatore, poichè siamo tornati allo status quo di 20 anni orsono, come se appunto quasi due decenni non fossero per nulla trascorsi, trattando così gli spettatori over-trenta come se fossero degli eterni bambini da mantenere nella culla, dandogli il prodotto preconfezionato che secondo i produttori vorrebbero, rinunciando a sviluppare qualsiasi strada nuova, il che rende tale operazione un'inquietante lavaggio di massa del cervello, nonchè una prospettiva di futuro del cinema basato esclusivamente sull'attrazione evento del momento, a discapito di qualsiasi stratificazione, che possa farlo godere ed assaporare anche nel corso del tempo, ma questo sembra il futuro della sala (critiche sperticate, incassi record in appena tre giorni e 9.1 su IMDB parlano chiaro) a scapito del vero cinema destinato a soccombere senza pietà innanzi a tale potenza, per poi morire del tutto, smettendo totalmente di produrne e non si vede modo su come invertire tale tendenza.

scena

Spider-Man: No Way Home (2021): scena

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