Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Un gatto nel cervello è un prodotto geniale con una produzione povera alle spalle che ne smorza l'effetto sullo spettatore. Se si riesce a passar sopra alla forma raffazzonata, il film va a segno. Lucio Fulci interpreta se stesso in un horror metacinematografico che attinge a piene mani dagli ultimi lavori del regista: gli incubi che popolano la mente del protagonista, stressato e portato alla follia dal suo mestiere (o forse da uno psicoterapeuta con qualcosa da nascondere), arrivano direttamente dalle migliori scene di pellicole come Quando Alice ruppe lo specchio e tante altre. Un'idea di cinema a basso costo fenomenale, che fa di necessità virtù.
Sicuramente è tra i prodotti più intriganti tra gli ultimi del regista romano, che fa fronte ai pochi soldi a disposizione con questo bell'escamotage. Certo, i punti morti ci sono e la sceneggiatura non è così brillante, ma in generale questa storia squinternata ti prende anche grazie a delle buone trovate di montaggio (la mano di Tomassi è presente) e all'interessante evoluzione della trama, sebbene un po' di grana grossa. L'unica cosa che non mi sento di salvare è il finale, che si risolve in un lieto fine da una parte autoironico, dall'altra deludente. Poteva essere la chicca per fare di un film ingegnoso un cult assoluto.
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