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Café Funiculi Funicula

Regia di Ayuko Tsukahara vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Café Funiculi Funicula

di AndreaVenuti
7 stelle

Cafè Funiculi Funicula, Ayuko Tsukahara, JFF Plus 2021

 

locandina

Café Funiculi Funicula (2018): locandina

 

L'apprezzata e poliedrica Ayuko Tsukahara dopo una lunghissima gavetta televisiva (molti i suoi drama di successo) approda sul grande schermo adattando il celeberrimo romanzo Finché il ca?è è caldo di Kawaguchi Toshikazu (caso editoriale in Giappone con oltre un milione di copie vendute) riuscendo a coniugare molto bene dramma e viaggi nel tempo, lavorando pertanto con la giusta inventiva e sensibilità.

 
Il film è pressoché tutto ambientato in un'antica e fascinosa caffetteria, piccolo microcosmo laddove si incrociano un bel numero di persone tutte con le loro storie e problemi; l'aspetto curioso è legato alla possibilità di tornare indietro nel tempo usufruendo di una speciale postazione all'interno del locale e soprattutto di una "magica" caffettiera, vera e propria macchina del tempo (se la gioca con il microonde telefonico di Steins;Gate).

Yutaka Matsushige, Hiroko Yakushimaru

Café Funiculi Funicula (2018): Yutaka Matsushige, Hiroko Yakushimaru

Il viaggio del tempo per quanto intrigante e magistralmente messo in scena (i preparativi al viaggio sono veramente stupendi tra musica incalzante, dettagli ravvicinati e primi piani concitati, il tutto distinto dall'uso dello slow-motion altamente elegante) è il realtà solamente un pretesto mediante il quale scandagliare l'animo umano dei clienti -e non- afflitti da diaspore e rimpianti ricordando inoltre allo spettatore quanto sia tiranno il tempo.

Haru, Kento Hayashi

Café Funiculi Funicula (2018): Haru, Kento Hayashi

Quindi durante il film emergeranno una serie di storie drammatiche, alcune estremamente delicate ed emozionanti (la donna affetta da demenza oppure la sorella ribelle) altre troppo convenzionali e poco coinvolgenti (il ragazzo in procinto di trasferirsi in Usa).
Storie dalle quali è possibile percepire una serie di tematiche interessanti: dall'accettazione della malattia all'elaborazione del lutto.
 
PS I vari flashback "illustrativi" nel complesso risultano poco incisivi e forse anche inutili, allungando troppo il "brodo" (probabilmente è emerso il retaggio televisivo della regista)...
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