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Stolen Identity

Regia di Hideo Nakata vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Stolen Identity

di AndreaVenuti
6 stelle

Stolen Identity, Hideo Nakata, JFF Plus 2021

locandina

Stolen Identity (2018): locandina

Il secondo film del JFF 2021 è targato Hideo Nakata, senza ombra di dubbio la vera rock-star (insieme a Masaaki Yuasa) dell'edizione festivaliera, padrino indiscusso del J-horror nipponico sempre pronto ad abbracciare nuovi scenari come conferma questo "social-network thriller" .

 
Comunque bando alle ciance, inutile prenderci in giro e ve lo dico subito: siamo lontani dai fasti di Ring e manca complessivamente quella suspense angosciante e perenne che si respirava nella saga del maestro Nakata inoltre nella parte centrale assistiamo ad un sensibile calo di tensione e attenzione dovuto sia ad una serie di elementi legati al genere troppo convenzionali (la psiche del serial killer) sia ad una rappresentazione della vita di coppia dei protagonisti abbastanza scialba e poco avvincente (inoltre il cast non aiuta in quanto manca un pezzo da novanta alla Hiroyuki Sanada).

Yûdai Chiba

Stolen Identity (2018): Yûdai Chiba

Detto questo nel complesso il film di Nakata è salvabile; innanzitutto ci sono dei guizzi registici ragguardevoli e pensiamo al primo delitto "mostrato dal regista", un vero e proprio omicidio d'autore caratterizzato da un doppio approccio: da una parte l'alternanza tra il particolare della mano del killer che impugna il coltello e glacialmente colpisce la sua preda ed i primissimi piani sulla vittima il tutto avvicendato da un montaggio connotativo che vede il killer distruggere il cellulare della ragazza alludendo appunto alla sua morta in quanto il cellulare è una sorta di nostro alter ego ed eccoci al fulcro principale dell'opera incentrato sulla pericolosità della tecnologia " social" dove l'apertura di un link sbagliato può portare a conseguenze fatali. 
Apprezzabili poi i richiami/rimandi tipici della poetica personale del regista, pertanto ritroviamo un passato burrascoso che riemerge svelando verità inaspettate, poi la già citata tecnologia pericolosa ed infine una sorta di metafora alla circolarità della vita con l'inquadratura finale che lascia presagire a nuovi misfatti (movimento selettivo verso un cellulare appena dimenticato da un tipo).
 
PS in Giappone il film è piaciuto parecchio ed infatti Nakata non ha perso tempo a dirigere il sequel (furbacchione).
 
Voto: 6.5
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Ultimi commenti

  1. DeathCross
    di DeathCross

    A distanza di parecchi mesi dalla pubblicazione giungo a commentare, avendo visto il film 2-3 settimane fa.
    Sostanzialmente concordo su tutto, nel bene (anche a me quella scelta di montaggio ha colpito molto) e nel male (Nakata è molto meno d'impatto rispetto al suo passato e il cast è alquanto anonimo).
    Il sequel mi incuriosisce appena ma prima o poi intendo vedere anche quello.
    Ottima recensione!

    1. AndreaVenuti
      di AndreaVenuti

      Scusami per l'enorme ritardo nella riposta. Innanzitutto ti ringrazio del commento e del passaggio. Obiettivamente siamo lontani dal grandissimo Nakata di fine anni novanta ed è chiaro che non lo rivedremo più quel Nakata ma è pur sempre un regista con delle idee e del talento e pertanto va bene così e non si butta via niente XD

    2. DeathCross
      di DeathCross

      Nessun problema per il ritardo nella risposta: io stesso sono andato a pescare la tua recensione dopo mesi. Comunque sì, seppure Nakata sia (molto) calato negli ultimi anni (a differenza, dal mio punto di vista fazioso, di Miike che continua sempre a sparare qualcosa di intrigante) l'interesse per la sua filmografia continuo a mantenerlo.

    3. AndreaVenuti
      di AndreaVenuti

      Diciamo che Miike è un fenomeno fuori scala. Il calo di Nakata mi ha sorpreso, lui più volte ha detto di voler esplorare nuovi orizzonti ma probabilmente il suo grande talento è nell'horror, genere a cui ha dato tutto subito nei suoi primi anni da regista. Ad ogni modo concordo con te, la sua filmografia continua ad essere importantissima e sempre lo sarà (i primi film dopo tutto hanno lanciato un nuovo genere)

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