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American Desire

Regia di Lasse Braun vedi scheda film

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La recensione su American Desire

di undying
7 stelle

Uno dei migliori hard di Lasse Braun, ossia l'iconoclasta e provocatore Alberto Ferro (1936 - 2015). Cast brillante, composto da Robert Kerman, Veronica Hart e Lysa Thatcher.

 

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American Desire (1984): locandina

 

Per rafforzare l'unione di coppia, minacciata da una forte crisi, Bob (Robert Kerman) decide di allontanarsi temporaneamente da Sheila (Veronica Hart), al fine di provare entrambi nuove esperienze sessuali. Bob è convinto che praticare per un breve periodo sesso con persone estranee, potrebbe contribuire a rafforzare il loro rapporto e soprattutto permettergli di superare il blocco di impotenza che da tempo sperimenta con angoscia. Sheila è costretta, suo malgrado, ad accettare la scelta del compagno. Bob assolda una prostituta dalla tendenza sadomaso, restandone poco gratificato ma successivamente, l'occasionale incontro con una giovane autostoppista (Lysa Thatcher) dalla tendenza masochista, si rivela risolutore, contribuendo a dargli nuovo vigore sessuale. Intanto, sconvolta per la scelta del compagno, Sheila vaga per i boschi sino a raggiungere una vecchia casa appartenuta ai suoi avi. Aggredita brutalmente dal nuovo proprietario, Sheila dopo una prima rimostranza cede alle avances, al punto da abbandonarsi contemporaneamente anche alle attenzioni di un operaio. Le esperienze di Bob e Sheila alla fine ottengono esito positivo, finendo per riconciliare la coppia che si trova addirittura a festeggiare con un terzo incomodo: l'autostoppista.

 

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American desire: Veronica Hart

 

American desire è un film molto ben costruito, ottimamente interpretato nei ruoli principali da Robert Kerman (alias Richard Bolla, più volte citato per le sue partecipazioni ai cannibalici italiani di Lenzi e Deodato), dalla stupenda Veronica Hart e dalla "lolita" Lysa Tatcher. Ben fotografato, ambientato in location efficaci (è girato nel Connecticut, New England) e forte di un'ottima cinematografia, nonché impreziosito da notevoli brani musicali, sui quali risalta il suggestivo Alpha (Vangelis). Il fatto che il budget del film sia quantificato approssimativamente attorno ai 150.000 dollari, rende conto di quanto il regista intendesse esprimersi con convinzione nel genere. Per meglio comprendere i retroscena che giustificano il taglio "superiore" del film rispetto ad analoghi titoli anche del periodo, occorre parlare dell'autore (cineasta, produttore e pure sceneggiatore): Lasse Braun.

 

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American desire: Veronica Hart

 

Lasse Braun: brevi cenni biografici [1]

 

Nome artistico che cela di fatto un italiano: Alberto Ferro (1936 - 2015). Nato ad Algeri, sin da piccolo Ferro attraversa molte località europee in virtù dell'attività diplomatica paterna. Frequenta scuole esclusive, tipo la Sorbona, dove entra in contatto con il pensiero esistenzialista dei filosofi Jean-Paul Sartre e Albert Camus. Completa gli studi all'Università di Milano, ma già nel 1961 si trova a percorrere la strada del proibito. Essendo un esperto di diritto si promuove in difesa del fratello della sua ragazza, coinvolto in un giro di commercio pornografico. Solo per poi prenderne il posto. Tra il 1962 e il 1967 è in Olanda, ma si muove in Europa agevolmente grazie ad una mercedes con targa diplomatica. Nel 1967 gira un porno (Golden Butterfly) con interprete se stesso, in intimità della sua ragazza. Soddisfatto del risultato, fonda una compagnia di produzione con base a Stoccolma, con la quale realizza cortometraggi in 8 mm che vende per corrispondenza soprattutto a una platea di pubblico italiana. Gli introiti gli permettono di finanziare produzioni più complesse (Chains, Suzie la blonde e Blowup 69). Nel 1968 vive già da fuggiasco, essendo ricercato - per attività nel porno - dalla polizia (torna in Italia solo dodici anni dopo). Entrato presto anche nelle mire degli agenti svedesi, Ferro opta per mutare identità assumendo lo pseudonimo di Lasse Braun (nome che si dice essergli stato ispirato dal muratore che in quel periodo gli stava eseguendo lavori in casa). Ripara nella più tollerante Danimarca, che già nel 1961 aveva depenalizzato le immagini pornografiche. Ed è qui che realizza una lunga serie di loops (circa una cinquantina), appoggiato da un magnate americano del porno (Reubern Sturman), incassando una cifra stratosferica (due miliardi di dollari, ben più dell'introito di Gola profonda). Braun/Ferro lentamente si introduce nel mercato americano grazie ai "peep show".

 

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American desire: Lysa Thatcher

 

Nel 1972 escono Gola profonda e Behind the green door, due pellicole che contribuiscono a sdoganare i film per adulti nei teatri cinematografici destinati ad ampio pubblico, il cui successo spinge Braun a dirigere French blue (aka Penetration), sorta di finto documentario impostato come reportage da un set porno. Film che suscita un certo clamore, al punto che nel 1974 diventa il primo hard ospite al Festival di Cannes. Al Festival di Cannes, Braun torna anche l'anno seguente con quello che è considerato il suo capolavoro, ossia Sensations, un pulp delirante in cui la trama cede posto a scene estreme e surreali: arti metallici e artificiali, donne incatenate a strumenti di tortura, anal estremo. Eccentrico e a suo modo unico, Sensation diventa il primo film a luce rossa europeo che riesce a scalare le classifiche USA. Da lì in poi la filmografia di Braun non conosce più freni e procede spedita sino alle soglie del nuovo millennio. Imdb gli attribuisce 67 titoli, dei quali in buona parte è anche produttore e cineoperatore.

 

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American desire: Robert Kerman e Lysa Thatcher

 

Curiosità

 

Mentre Sheila cammina per la città incrocia una multisala con tre titoli in programmazione, tra i quali Dressed to kill (Vestito per uccidere), di Brian De Palma.

 

[1] Cenni biografici estrapolati dal booklet allegato alla VHS Shendene (ciclo I classici del proibito)

 

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American desire: Veronica Hart

 

"A. e D. formavano una coppia dove ciascuno dei due, per stanchezza o per disperazione, aveva rinunciato all’amore dell’altro. Non si erano separati ricomponendo il loro amore a un livello meno elevato, nell’amore comune per i viaggi e i pezzi di antiquariato, legami certamente meno fragili e dolorosi che non l’infinita speranza dell’amore. Da allora, la vita li evitava come l’acqua di un torrente circonda senza ricoprirla una grossa pietra posta al suo centro." (Christian Bobin)

 

Alpha (Vangelis)

 

F.P. 19/03/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 76'50")

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