Regia di Italo Martinenghi vedi scheda film
Le sgangherate disavventure di una squadra di calcio femminile sponsorizzata dalla potente multinazionale BP.
Questo Lady football, commedia demenziale ambientata nel mondo del calcio, può essere considerato in qualche modo un antesignano dei vari Paulo Roberto Cotechinho (Nando Cicero, 1983) e Mezzo destro, mezzo sinistro (Sergio Martino, 1985); il problema principale del lavoro è però quello di non avere né capo, né coda (come se fosse poco): la sceneggiatura di Italo Martinenghi, che è anche dietro la macchina da presa, fa acqua da tutte le parti e anche i mezzi a disposizione sono oggettivamente infimi, cosa che non aiuta in alcun modo la credibilità della storia. È d'altronde cosa nota che Martinenghi, più solito a ruoli produttivi, rivestisse il ruolo di regista solamente in occasioni eccezionali, cioè non potendo fare diversamente o volendo sfruttare l'attimo; qui l'attimo è quello giusto (un film sul calcio, specie femminile, in quel momento poteva essere realmente interessante), ma il risultato delude alquanto. Meglio tacere poi sul fatto che “calcio femminile” all'epoca (1979) significasse soltanto gag licenziose e qualche nudo negli spogliatoi, ma in ogni caso nulla a che fare con lo sport; tra gli interpreti non compaiono nomi degni di rilievo a parte quelli di Francesca Romana Coluzzi e di Mino Reitano (!), impegnato anche in una scenetta in cui deve tastare il fondoschiena di una collega di set (!!) e soprattutto nella composizione della colonna sonora, con tanto di canzone (Lady football) a cavallo tra melodia appassionata e stornello da osteria. Curiosità: in un ruolo minore risulta accreditato Steve Martin: è in realtà Stefano Martinenghi, sulla cui parentela con il regista non possono sussistere dubbi. 2/10.
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