Espandi menu
cerca
House of Gucci

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

Recensioni

L'autore

barabbovich

barabbovich

Iscritto dal 10 maggio 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 84
  • Post 7
  • Recensioni 3719
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su House of Gucci

di barabbovich
8 stelle

Ve la ricordate Alex, la virago interpretata da Glenn Close in Attrazione fatale? Beh, potete archiviarla perché raramente al cinema si è vista una donna tanto abominevole, manipolatrice, calcolatrice e senza scrupoli come la Patrizia Reggiani (Lady Gaga) di House of Gucci. Peccato che il personaggio sia reale. La Reggiani è una parvenue che, sul finire degli anni Settanta, abborda Maurizio Gucci (interpretato con goffaggine esemplare da Adam Driver), giovane rampollo della celeberrima maison di moda, del tutto disinteressato agli affari di famiglia, condotti con giudizio dal un padre valetudinario (Irons) e da uno zio (Pacino) che deve vedersela con un figlio demente (Leto, sempre più trasformista). Determinatissima a una vita di stratosferica agiatezza, la donna riesce a sposare Maurizio e a spodestare il resto della famiglia. Ma tra il declino della casa di moda (oggi, ci informano le didascalie finali, nessun Gucci fa più parte di essa) e le vicissitudini matrimoniali, nel 1995 la Reggiani commissiona l'omicidio del marito.
A quattro anni di distanza da Tutti i soldi del mondo, Ridley Scott torna a girare in Italia, allestendo il triste spettacolo di una famiglia in disfacimento, nella quale la sete implacabile di denaro è l'unico obiettivo condiviso. Ma nella storia c'è una sola mattatrice, superbamente interpretata con diabolica carica sensuale da Lady Gaga, che col suo piglio arrivista scompagina i sentimenti e gli affari dell'intero androceo. Se il racconto di questo giallo che appassionò il mondo intero negli anni Novanta è raccontato con ritmo impeccabile, al film - dalla torrenziale durata di due ore e quaranta - mancano i colpi d'ala consueti del cinema di Scott, lo sguardo originale di tante sue opere precedenti. Uno sguardo che qui, a tratti, sembra quasi rasentare il format da fiction televisiva in certe scene di un Italia posticcia, sicché il regista britannico appare quasi sbrigativo, come nella virata finale in forma di legal movie, liquidata in pochi minuti.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati