Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Pasolini adatta alcune novelle trecentesche per mettere in scena una serie di perversioni e di tabù che - come sempre nella sua opera - ben si possono accostare a quelle dei suoi contemporanei. E' comunque un film decisamente meno impegnato del solito standard del regista, lavoro che ha avuto un buon successo anche sul pubblico e che diede inizio ad una 'saga boccaccesca' di film più o meno spinti su storielle licenziose medievali; in realtà però il sesso del Decameron pasoliniano è quasi anatomico, freddo e tutt'altro che volgare o morboso. C'è anche Pasolini stesso come attore, nei panni di Giotto al lavoro su un affresco.
Un convento di suore sporcaccione, un poveretto che saccheggia un cadavere, una donna che conserva la testa del marito morto in un vaso, e ancora amanti, ninfomani, perversioni di ogni tipo in una serie di racconti legati assieme.
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Caro Miguel, la tua stringata recensione per il tua standard non merita 3 stelle ma al massimo 1,5, che è quello che gli ho dato io. In questo film, come d'altronde in altri, vi sono attori (diciamo comparse) che sono un “caravanserraglio” degno di una corte dei miracoli con evidenti difetti fisici specialmente dentali. Sorvolando su Citti che tutto sommato è passabile, il suo preferito Ninetto Davoli oltre a recitare, si fa per dire, ha la classica espressione beota di quello che dice “mà famme grosso che fregnone ce divento da solo” come usiamo a Roma. Pensa che quando uscì il film “Accattone” mi trovavo a Napoli dove lo andammo a vedere insieme con altri colleghi e mentre ne discutevamo un collega che chiamavamo “il lupo della maiella” se ne uscì dicendo che lui lo conosceva e che era un omosessuale. Noi tutti lo assalimmo dandogli del “pallonaro” visto il tipo e invece aveva ragione e non stava raccontando fandonie. Di Pasolini ho molto apprezzato Accattone e Mamma Roma mentre detesto i posteriori che sembrano fatti da altri. Un caro saluto
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