Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Dal boccaccesco “Decameron”, il primo atto della trilogia della vita e il film più gioioso di Pier Paolo Pasolini. Ambientando a Napoli e dintorni sette novelle tratte dall’opera, è l’occasione per esaltare una condizione di felicità e tranquillità, la quale può essere raggiunta per varie vie. Il sesso è argomento centrale – sono prese, infatti, alcune delle storie più piccanti, quelle che nelle antologie scolastiche di letteratura italiana non vengono citate – ed è fonte di piacevolezza e godimento. Si parte dalla spensierata (ma mica troppo) Andreuccio da Perugia, passando per Ser Ciappelletto (il segmento più simpatico), per arrivare alla più cupa Lisabetta da Messina. Funziona, a livello di equilibrio tra i vari frammenti, più la prima parte rispetto alla seconda. Inoltre, lo stesso regista si mette in gioco come attore nei panni di un pittore alle prese con l’affresco della chiesa di Santa Chiara. Memorabile l’apparizione in sogno di una splendida Silvana Mangano come Madonna. Oggi appare quasi ridicolo il divieto ai minori di 18 anni, ma non deve sorprendere: nel 1971, i nudi integrali e gli espliciti movimenti sessuali apparivano abbastanza scandalosi, e, soprattutto, la novella delle monache che scoprono il sesso era molto torrida per la censura democristiana. Successo clamoroso al botteghino e Orso d’Argento a Berlino. È forse il film più visto di Pasolini, ma probabilmente non il più bello.
Di Ennio Morricone, benissimo.
Voto: 7.
Memorabile apparizione.
Molto genuina.
Molto genuino.
Molto genuino.
Lirica e gioiosa, esalta la felicità con purezza e vitalità.
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