Regia di Claudio Calabrò, Riccardo Rodolfi vedi scheda film
È ora di pranzo quando il ladruncolo Mattia Bresson, smemorato e pasticcione, fa irruzione nel tinello di casa di una famiglia composta da personaggi ancora più strambi di lui.
Quando parte per il tour di La cucina nel frattempo Alessandro Bergonzoni è già un comico piuttosto noto, particolarmente per la sua inarrestabile parlantina e i giochi di parole con cui farcisce i suoi monologhi del tutto imprevedibili; con questo spettacolo l'attore bolognese – che gioca in casa: siamo al teatro Duse della città felsinea, è il 3 maggio del 1996 – non fa che consolidare la sua fama e persino creare ulteriori ambizioni, che d'altronde il prosieguo della sua carriera confermerà. Lo stile di Bergonzoni è unico: più letterario che attoriale, ma comunque dotato di una solida presenza sul palco; più affabulatorio che oratorio in senso stretto, più votato ai voli pindarici e alle suggestioni poetico-demenziali che alla costruzione di argomenti, quantomeno in questa fase del suo percorso artistico. Rimanerne affascinati è perciò un attimo, così come lo è non capirci nulla e uscirne con il mal di testa: La cucina del frattempo è caotico fin dal titolo, che suggerisce ma non si sa cosa, è uno spettacolo nel quale succede di tutto pur non succedendo nulla – solo il comico e le sue parole sulla scena, e qualche minimale oggetto di arredamento –, è un'eruzione vulcanica di calembour pronti a sconvolgere il non-senso del filo del discorso, riannodarlo, strapparlo e ricucirlo in maniera solo apparentemente casuale. Dietro alla facciata sconclusionata e sgangherata c'è ovviamente un lavoro eccezionale di scrittura e in effetti Bergonzoni era già approdato da tempo anche alla letteratura. Il suo successivo spettacolo sarà Zius (1997). 6/10.
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