Regia di Giulia Steigerwalt vedi scheda film
Giulia Louise Steigerwalt è un'attrice che ha debuttato con Muccino e ha avuto una carriera piuttosto interessante, poi a un certo punto si è dedicata anche alla sceneggiatura avviando in particolare una collaborazione con il regista Simone Godano (anche se "Marilyn ha gli occhi neri" era un risultato sconfortante) e adesso debutta alla regia con questo "Settembre", che nel titolo ricorda un vecchio film drammatico di Woody Allen. "Settembre" si pone nella categoria del film corale e, più che guardare ad Altman, probabilmente guarda ad un certo cinema di casa nostra di ascendenza non a caso mucciniana; la sceneggiatura interseca tre/quattro storie in parallelo, con personaggi che risultano tutti in qualche modo collegati fra di loro. Il film si fa apprezzare soprattutto per la delicatezza di tocco nel delineare alcuni ritratti adolescenziali, e per la direzione di alcuni attori fra cui l'ormai gettonata Barbara Ronchi, che qui ha uno dei ruoli più importanti e ripaga la regista con una performance sensibile e sfaccettata, che è stata premiata con il David di Donatello per la migliore attrice protagonista. Tuttavia, nel complesso il film non mi trova entusiasta perché, oltre ad alcuni pregi, lascia intravvedere anche difetti fra cui un registro fin troppo evanescente nella conduzione di certi intrecci e nella risoluzione di snodi narrativi, una visione un po' troppo sbrigativa dell'universo maschile nella storia delle due mogli che finiscono per innamorarsi, una sensazione generale di incertezza che si avverte in certi momenti e che non giova alla definizione dei personaggi e delle situazioni. La Ronchi ci mette sicuramente il massimo impegno e ha almeno un paio di scene da applauso, coadiuvata da un Bentivoglio piuttosto sornione in versione "uomo anziano che vuole riscattare il suo fallimento esistenziale" e, fra i caratteristi, si apprezza almeno la ritrovata cantante Thony, che già avevamo visto con Virzì, nella parte dell'amica con cui scatta la scintilla per la Ronchi; non male anche gli adolescenti. Insomma un'operina alla fine dei conti un po' esile, che si guarda ma non lascia tracce durature, e che forse sta raccogliendo fin troppo a livello di premi assegnati come miglior film d'esordio dell'anno. Tuttavia, la sensibilità femminile di cui la Steigerwalt fa mostra anche nell'affrontare tematiche delicate come l'omosessualità è bene accolta, e il film si posiziona su un livello medio, si spera che alla prossima prova la regista possa darci anche qualcosa di più incisivo.
Voto 6/10
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