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L'uomo venuto da Chicago

Regia di Yves Boisset vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'uomo venuto da Chicago

di mmciak
6 stelle

"Un condé-L'uomo venuto da Chicago" diretto nel 1970
da Yves Boisset,devo dire che  non mi è dispiaciuto,
ma anche lasciato perplesso.

La storia si svolge in Francia e racconta che un uomo venuto
da Chicago dice no allo strozzinaggio di un tipo chiamato
"Il mandarino" che è impelagato la malavita e le istituzioni,
e dei suoi scagnozzi chiamati "Il sorriso" e "Lupo" lo ammazzano
facendolo passare per un suicidio.

Allora arriva la sorella che dagli stessi viene malmenata e distrutto il
negozio e il suo amante medita vendetta e vuole uccidere
"il mandarino".

Però due colleghi poliziotti indagano su quest'ultimo e in
un'operazione di polizia,uno di loro muore nello stesso
posto che viene ammazzato l'indagato.

Allora l'ispettore della sezione criminale,
decide di vendicarlo senza agire per le vie legali.

Il Film prodotto dalla Empire Films,ed è tratto
dal  romanzo:""Un condé" di Pierre Lesou
e da un celebre polar della letteraria Série Noire:
"La mort d'un condé" di Vial Lesov,
e in cabina di regia c'è Yves Boisset,
che realizza un prodotto equilibrato che si ispira
ai "Gangster's Movie" Americani.

Anzi inizialmente come struttura narrativa
sembra un esplicito omaggio del filone
degli anni '50,dov'erano in bianco e nero
e c'era la musica jazz sotto,ma non è così,
anzi ti spiazza per come vanno le cose
perché muoiono in 34 minuti 3 personaggi chiave della
vicenda come il personaggio del titolo,il poliziotto
deluso e"Il mandarino".

Dico questo perché L'ispettore Favenin
dopo che muore il suo amico poliziotto,
deluso dalla polizia e ossessionato
dal "mandarino",gli danno l'inchiesta
e comincia a usare metodi alla Callaghan
ma che si avvicinano anche a Bronson,
ed è la svolta.

A questo punto diventa un Film cinico e spietato
dove l'interesse di tutti è la vendetta.

Il Film né risente che sembra
che ha una sceneggiatura freddolosa,
perché succedono troppo in fretta
gli eventi e cade in ingenuità narrative
evidenti soprattutto nel finale.

Quelli che rimangono impressi sono
Michel Bouquet,nel ruolo dell'Ispettore Favenin,
che prima cio crede alla sua professione,
poi disilluso denuncia il marciume che c'è
dentro e il nostro Adolfo Celi,
che è strepitoso nella parte del capo
del Commissariato.

Nel Cast figurano anche:

Françoise Fabian-Gianni Garko-Michel Constantin-
Anne Carrère-Rufus-Théo Sarapo-Henri Garcin-
Pierre Massimi e Bernard Fresson.

In conclusione un Film medio,
dove l'obbiettivo di ognuno è la
vendetta senza scrupoli e
ti coinvolge a dovere nonostante
qualche i difetti detti prima,
e con questa metafora fa una critica
contro le istituzioni francesi soprattutto
verso la polizia chr fa capire che è sporca
e corrotta e te lo fa capire senza dirlo,
soprattutto quando il commissario legge
la lettera dell'Ispettore dimissionario
che manda al questore e gli dice:
"Lei lo sa a cosa va incontro?
Noi non muoveremo un dito....".
Senza parole.  

Il mio voto: 6,5.

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