Regia di Gianluca Ansanelli vedi scheda film
Tonino, figlio del boss del rione Sanità, alla morte del padre lascia il posto a don Pietro, più adatto a esercitare il potere. Tonino riuscirà comunque a finire nei guai quando sua figlia si innamorerà del figlio di un magistrato anticamorra.
Con questo Benvenuti in casa Esposito, Gianluca Ansanelli giunge alla sua terza regia; non è un caso che firmi anche la sceneggiatura, e da solo, poiché il nostro si è fatto nel precedente decennio una discreta esperienza di scrittura specializzandosi in commedie (Un figlio di nome Erasmus, Si accettano miracoli, Natale a Londra, etc.). E proprio in questo genere ricade la presente opera, che strizza evidentemente l'occhio alle sue radici più nobili, al teatro dei De Filippo e soprattutto alle sue diramazioni sullo schermo inscenate da Vincenzo Salemme e i suoi. Anche qui si tratta di un lavoro sostanzialmente corale, che ruota attorno a un buon protagonista – il navigato Giovanni Esposito – e che vede ruoli di primo piano riservati anche a Antonia Truppo, Francesco Di Leva, Elisabetta Pedrazzi, Noemi Piscopo e Antonio Orefice; la storia è simpatica, ma non particolarmente brillante e la confezione indubbiamente sufficiente, ma nulla di più. Risatine, poco impegno e una decisa sterzata leggera per un argomento – la camorra – di tanti film drammatici del periodo. 3,5/10.
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