Trama
Tonino Esposito è il figlio di un celebre boss della camorra del Rione Sanità. Goffo e maldestro, non è in grado di far male ad una mosca e per questo, alla morte del padre, tutto passa nelle mani di un altro affiliato. È un buono Tonino, ce la mette tutta a riscuotere il pizzo, a fare la voce grossa, a imitare il padre, ma non è il suo mestiere. Tonino conduce così una vita da mediocre camorrista, senza riuscire a farsi rispettare né da chi dovrebbe odiarlo per i suoi soprusi, né da chi dovrebbe amarlo per i suoi successi. Quando scoprirà che sua figlia si è fidanzata proprio con il figlio del magistrato che dà la caccia al boss del Rione Sanità, Tonino avrà però l'occasione per riscattare la sua figura davanti alla propria famiglia e a tutta Napoli.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Nel suo secondo libro della Poetica, Aristotele si occupa della commedia e spiega che "il riso uccide la paura". Ridere in effetti, può essere un ottimo antidoto da usare proprio contro ciò che più ci spaventa: esattamente quello che capita in Benvenuti in casa Esposito, dove l'arma della risata è utilizzata per esorcizzare uno dei mali più odiosi ed angoscianti del nostro tempo: la camorra.
Tonino Esposito, antieroe comico per eccellenza, è impacciato, goffo, ingenuo e intimamente convinto di essere un duro, ma nel corso del film maturerà un dubbio: chi è veramente? Un "cattivo" come lo avrebbe voluto suo padre o un "buono" come suggerisce la madre? Il bene e il male sono due anime che convivono nel racconto ad ogni livello, nel protagonista ma anche nel suo nucleo familiare. Se Tonino infatti ambisce a seguire le orme di suo padre, Tina, sua figlia, disprezza profondamente la cultura dell'illegalità da cui proviene. E allo stesso modo si contrappongono le due nonne: Assunta, che si dispera quando scopre che sua nipote frequenta il figlio di un magistrato, e Manuela, una donna per bene che ha accettato di vivere accanto ad un criminale solo per amore di suo figlio.
Leggendo le pagine di Pino Imperatore sono rimasto affascinato dai personaggi del libro, e ho cercato di dargli una dimensione filmica, concentrandomi maggiormente sul rapporto padre figlia, che è stato arricchito di elementi narrativi inediti rispetto al romanzo.
Ma la sfida più ambiziosa è stata senza dubbio quella di mantenere il delicato equilibrio fra l'inevitabile commedia del racconto e la doverosa serietà verso un argomento come la "camorra": se questo esercizio è riuscito è stato grazie ad un cast di attori in grado di muoversi con disinvoltura su entrambi i terreni.
Rispetto a molti altri lungometraggi sulla "camorra", il mio intento non era tanto di raccontare l'aspetto criminale del "sistema" quanto piuttosto gli esseri umani che ci sono dietro. È sempre da lì infatti che scaturisce la commedia: dall'essere umano. A ben vedere, perfino un boss sanguinario come Don Pietro De Luca, può apparirci piccolo e fragile quando scopriamo che per cercare di elevarsi socialmente compra opere d'arte di cui non capisce nulla.
Commedia e tragedia dunque: un connubio azzardato che forse è la maniera più fedele per rappresentare una città complessa come Napoli. Proprio come Tonino Esposito infatti, anche Napoli ha due facce: da una parte c'è la sua anima scura, fatta di illegalità, delinquenza, ignoranza, e dall'altra la sua parte bella fatta di umanità, calore, intelligenza, generosità, allegria. Perciò proprio nella redenzione finale di Tonino sta forse il messaggio più importante del film: un messaggio di speranza per tutta la città, affinché possa riscattarsi da un certo tipo di stereotipo criminale e mostrare al mondo la parte migliore di sé".
Trailer
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Commenti (7) vedi tutti
Mezzo italiano, mezzo dialetto, parole masticate: insomma la solita ciofeca all'italiana.
commento di gruvierazDirei altamente puerile come visione.voto.0.
commento di chribio1Un Candido alla napoletana ....
leggi la recensione completa di daniele64Tutt'altro che perfetto, tanto che ci sono cali di ritmo evidenti. Ma da tanto che da Napoli non usciva un film di questo tipo che merita davvero una visibilità nazionale (troppi film non dovrebbero uscire dal circuito regionale). Questo è fatto con gusto, è simpatico e in fin dei conti diverte parecchio. Consigliato.
commento di silviodifede"Mucias gracias".. "eemmm... mucias prego" :-)) Mi sono divertito, quindi voto 8
commento di stokaiserFilm particolare che alterna momenti profondi e divertenti. Il punto debole sono alcune scene un po’ troppo demenziali e il finale davvero poco credibile per quanto nobile.
commento di Falco00Inizia come farsa un po' comica a volte persino demenziale ma nella seconda parte vira più verso il dramma. Tutto sommato riesce a tenere un certo equilibrio nonostante un finale assai improbabile. Naturalmente il dialetto incombe, ma qui sembra meno incomprensibile che in altre produzioni. Per me sufficiente.
commento di bombo1