Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Per un momento, durante la lezione, attraverso la voce di uno studente, sembra sentire il regista commentare il senso della sua intera opera ispirata ai comandamenti: “Suggerisco un possibile motivo, non sono qui per giudicarlo”. L’ottavo capitolo è una ricerca di motivazioni, di spiegazioni su un’azione, ancora una volta a vista di tutti, riprovevole, dettata da un eccesso di fede (come dice Farinotti). Attraverso una rivelazione non del tutto casuale s’intuisce il legame tra la ricercatrice americana e la professoressa polacca. Per comprendere i perché, hanno inizio graduali rivisitazioni, prima della memoria, dove il perdono sembra dovuto perché entrambe sopravvissute al fatto, e poi degli spazi, dove l’imbarazzo di chi vi ha vissuto è la vendetta o punizione di chi vi è passata. I chiarimenti arrivano ma non sembrano rimarginare le pene sofferte e il torto subito, come quel quadro nella casa della professoressa che mai non si raddrizza. La rabbia della donna, un tempo bambina rifiutata, sembra sfumare in un finale volutamente smorzato. Film reso prosaico dai toni molto verbali e dai dialoghi prolungati. K & P definiscono le motivazioni attraverso il ragionamento e la parola, non lasciano agli spettatori spunti personali suggeriti dalle azioni. ( 7 )
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta