Regia di Larry Ludman (Fabrizio De Angelis) vedi scheda film
Versione femminile de "IL RAGAZZO DAL KIMONO D'ORO", dove la bella interprete non nasconde i difetti e la superficialità di una trama già vista negli altri film adolescenziali di Fabrizio de Angelis.
L'inizio, con la tipica americana, "fotografata" inizialmente sempre con i rollerblade ai piedi, che viene stuprata da quattro motociclisti, era un soggetto interessante per un decente dramma adolescenziale, peccato che il tutto sfoci in seguito nella farsa e nel comico involontario (vedi, ad esempio, lo stupro - ridicolo ed imbarazzante - e la scena dove i cattivi, in una sala giochi, mentre impongono alla protagonista di non denunciarli, malmenano il suo ragazzo, cintura nera di karate - tsè! -, che è pure ignaro del fattaccio, come la madre, che è moderna solo quando in casa si mangia cinese, e il fratellino saputello), essendo questo film diretto dallo stesso regista italiano de "IL RAGAZZO DAL KIMONO D'ORO" (colpevole d'aver presentato la banda di motociclisti, da cui provengono i quattro stupratori, come una posse di rozzi simpaticoni, e i poliziotti come i "soliti" impotenti, che promettono e non agiscono). Si, le lezioni di karate (perché, anche nella realtà , alcune vittime di stupro si mettono a praticare le arti marziali, per evitare di ricadere in trappola), insegnate da un maestro di arti marziali orientale, generoso e paterno, c'entrano con la vendetta/riscatto della ragazza (lezioni che includono anche il saltare sopra un ramo d'albero e scalciare - roba più da scimmie che da praticanti di karate -), però qui gli incontri di lotta, che nei film precedenti del regista si svolgevano in una palestra, diventano delle scazzottate da strada che nemmeno Bud Spencer e Terence Hill girerebbero. D'accordo, la vendetta è un piatto che si gusta freddo e che è meglio agire con astuzia, invece di farsi prendere dalla fretta, ma perché far indossare alla protagonista una pacchiana parrucca nera e riccia, che rimpiazza i classici occhialoni alla Clark Kent, solo perché l'eroina vuole fingersi quella che non è? Peccato, l'attrice Sarah Brooks quando s'allena in body (in casa, davanti alla madre brontolona, non col maestro orientale, dove è in tuta, quindi troppo coperta) ha il suo perché.
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