Regia di Alper Mestçi vedi scheda film
Secondo impressionante horror del ciclo Siccîn, che si dice essere ispirato da una storia vera. Tra le cose migliori dello specialista Alper Mestçi, sceneggiatore e regista di indiscutibile talento in grado di creare una macchina da spavento perpetuo, considerato che anche dopo la visione resta un forte senso di inquietudine.
Yenice Çanakkale (Turchia). Adnan (Bulut Akkale) e Hicran (Seyda Terzioglu) sono felicemente sposati, tuttavia quando il figlio Birol, di soli due anni, muore travolto da un armadio nella sua cameretta, Adnan si allontana dalla moglie ritenendola responsabile di aver trascurato il bambino. Hicran, straziata dal rimorso, dopo tre settimane dalla tragedia inizia ad avere visioni spettrali e incubi animati dalla presenza di parenti, tra i quali anche la defunta zia Zehra (Seda Oguz), massacrata dal marito - depresso per essersi impoverito con il gioco d'azzardo - assieme a due figlie piccole. Su consiglio di un'amica, Hicran si rivolge a un occultista che intravede essere in atto un incantesimo di magia nera.
"Ti racconterò tutto, ma non spaventarti: sei sotto l'effetto della magia nera. Un incantesimo chiamato 41 punti. E' difficile sia lanciarlo che romperlo. Non è facile farlo per un uomo comune. Chi ha lanciato l'incantesimo deve avere familiarità con la magia nera e deve anche essere malvagio, implacabile, con un cuore di pietra. E' un tipo di magia nera molto forte. Chi ha lanciato questo incantesimo si è avvalso della collaborazione di malvagi diavoli che meritano di bruciare all'inferno. Il responsabile è un parente di 2° grado, sorella di tuo padre o di tua madre. L'incantesimo di 41 punti è realizzato con 41 diverse intenzioni. Dio solo sa quale è stata indirizzata a te." (Hicran ascolta con orrore il responso del veggente)
Cimitero di Issiz Cuma, posto reale che si dice - nelle didascalie iniziali - essere stato in parte fonte di ispirazione della raggelante storia alla base di Siccîn 2. Una storia che viene spacciata (con poche probabilità di realismo) del tutto vera, dopo aver opportunamente modificato i nomi dei protagonisti. Sappiamo bene che è il solito motivo per attirare attenzione attorno al film ma anche se si tratta di una sicura menzogna, quel che conta è il risultato. Ancora una volta Alper Mestçi centra in pieno l'obiettivo e realizza - dopo averne scritto la sceneggiatura assieme a Ersan Özer - un horror da far tremare i polsi e al tempo stesso rizzare i capelli. Nel cimitero citato, quello di Issiz Cuma, viene adagiato il piccolo corpicino di Birol e sarà teatro delle scene più drammatiche e strazianti, quando - separatamente - madre e padre (quest'ultimo incapace di sopportare il peso della perdita, deciderà di raggiungerlo) si recano a rendergli omaggio, non riuscendo ad accettarne la prematura dipartita.
Il tema degli affetti che dovrebbero essere più profondi, dei legami più intensi (tra padre, figlio, madre, nonna, sorella e ovviamente coniuge) è quello che percorre come un filo invisibile l'intera sceneggiatura, ponendosi però con valenze dualistiche e antitetiche (amore e odio), come rivela l'agghiacciante finale durante il disvelamento della malvagia (e insospettabile) persona che ha lanciato l'incantesimo (in maniera viscida, con una bambola feticcio che avrebbe invece dovuto garantire un parto con figlio maschio all'aspirante madre). Le diavolerie messe in scena potrebbero risultare le solite (malocchio e spettrali apparizioni in salsa J-horror), ma la storia non solo è originale (anche sotto l'aspetto, quasi da giallo, del whodunit), quanto diretta magistralmente da Mestçi che si avvale di un ottimo staff tecnico (costumi, scenografie, luci ed effetti speciali) e artistico (bravissimi tutti i protagonisti, in particolare Seyda Terzioglu e Bulut Akkale). Con le sue spaventose manifestazioni - che comprendono streghe incappucciate e nerovestite, una casa infestata al cui confronto quella di Amityville pare un santuario, insetti e riti macabri, fantasmi - e un lavoro sonoro da cardipalma (elemento tipico delle produzioni dello studio "Muhtesem Film"), questo Siccîn 2 è film da spaventi garantiti, che finisce per intimorire forse più lo scettico che non il superstizioso. Si poteva, da parte degli autori, forse evitare di iniziare con scene del primo film, del tutto arbitrarie e scollegate alla storia e di aggiungere in coda l'improbabile excipit della superstite (che sarebbe rimasta per ben due mesi in casa con il fantasma del marito e del figlioletto, per poi - una volta uscita - farsi una nuova vita con il primo venuto).
Antologia dell'orrore
- Siccîn - La serie completa -
(Ordine cronologico)
1- Siccîn (Alper Mestçi, 2014)
2- Siccîn 2 (Alper Mestçi, 2015)
3- Siccîn 3: Cürmü Ask (Alper Mestçi, 2016)
4- Siccîn 4 (Alper Mestçi, 2017)
5- Siccîn 5 (Alper Mestçi, 2018)
6- Siccîn 6 (Alper Mestçi, 2019)
"Il malocchio dipende dal potere suggestivo di certe persone dotate di influssi negativi e malevoli. Esso provoca mal di testa, sbadigli, stati d'inquietudine, disagi e persino la morte." (Alfonso Burgio)
Trailer
Siccîn 2 (Alper Mestçi, 2015)
F.P. 01/03/2021 - Versione visionata in lingua turca (durata: 93'30")
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