Regia di Paolo Benvenuti vedi scheda film
Benvenuti è un regista certamente atipico per l'Italia del 1996 - e probabilmente lo sarebbe anche altrove e in altro periodo: preciso e formale, attento ai dettagli ed alle inquadrature, elaborate come veri e propri dipinti, prima che a qualsiasi altra cosa, il regista pisano è portatore di una tecnica classica, inattuale e non facile ad essere compresa o apprezzata dal grande pubblico. Qui si celebra la Toscana di fine '800 raccontando - con dialoghi curatissimi, ma di poca effettiva sostanza ed un ritmo decisamente blando - gli ultimi giorni di vita del temutissimo brigante Tiburzi, spauracchio della Toscana intera da molti anni, e nell'ultimo periodo misteriosamente scomparso. La forma surclassa la sostanza, la staticità prevale (frequenti le scene di paesaggi rurali maremmani), la messa in scena risulta piuttosto artificiosa e la recitazione degli interpreti non si emancipa granchè dal teatrale. Sceneggiatura del regista e di Lele Biagi, Antonio Masoni e Mario Cereghino, che va apprezzata quantomeno per la scrupolosa ricerca storica. 5,5/10.
Ottobre 1896. Ultimi giorni di vita del brigante Tiburzi, ormai sessantenne ma ancora temutissimo in tutta la Toscana, rintracciato nelle campagne grossetane da un manipolo di carabinieri.
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