Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Una delle più belle e amare storie d'amore mai raccontate, apice artistico di Krzysztof Kie?lowski
Una delle più grandi storie d'amore mai raccontate condotta col solito stratosferico rigore formale da un Kie?lowski all'apice della maturità artistica.
Una riflessione spirituale e fisica sull'esperienza dell'attrazione come fondamento del sentimento in cui echi hitchcockiani (La finestra sul cortile) e bergmaniani (Monica e il desiderio) vengono rielaborati in chiave personale dal maestro polacco mediante la metafora dello specchio, visto non come riflesso dell'anima ma come vetro divisorio (come quello delle poste su cui i due volti dei protagonisti si sovrappongono in un'impossibile unione) che sarebbe bello infrangere (come fa il protagonista per rubare il cannocchiale da scuola di notte poco prima dei titoli di testa) ma che finisce per mantenere su lunghezze d'onda diverse prima Magda e, poi, per spietato contrappasso, Tomek.
Tante sequenze memorabili (su tutte: la gioia di Tomek per aver ottenuto un appuntamento con Magda restituita dalla macchina da presa libera di roteare insieme a lui sotto gli occhi dell'angelo-osservatore Artur Barci?) tenute insieme da un montaggio implacabile ed eccezionale da studiare in ogni singola chirurgica transizione, recitazione sofferta e in sottrazione di Gra?yna Szapo?owska (bravissima anche a far emergere un erotismo quasi disperato) e di Olaf Lubaszenko per non parlare dei sapienti cromatismi morbido-liquidi (latte, sperma, sangue, acqua) che, con la loro tangibile densità, restituiscono la rottura emozionale di un mondo imperturbabile e cinico dominato da luci fredde e glaciali.
Capolavoro immortale
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