Un bambino viene tenuto fuori dal mondo per alcuni anni. Quando suo papà che vive separato muore il ragazzino vaga per la campagna toscana in cerca di qualcuno che lo possa amare. Il fatto è che nessuno capisce il suo strano linguaggio. Per fortuna incontra sulla sua strada una psicologa che ha voglia di penetrare nel suo segreto. Così contro il parere di tutti se lo porta via...
Note
Il soggetto è glottotecnicamente originale; così come puntualmente orgogliosa risulta l'intensa interpretazione di Anna Bonaiuto. Simpatica e concentrata la prova del piccolo Andrej Chalimon (già visto in "Kolya"). Convince di meno la sceneggiatiura.
"Un thriller dell'anima": è così che il regista ha giustamente definito questa delicata ed empatica pellicola che – fra le tante altre cose di cui parla - ci offre anche la preziosa occasione di riflettere su quanto sia difficile comunicare, e come sia importante provare a farlo al di là dei pregiudizi e degli stereotipi, mettendosi di conseguenza in gioco in prima persona con… leggi tutto
Si può reinventare un linguaggio? Il padovano Fulvio Wetzl, partendo da un giochino chiamato “zipacchiano” con il quale due suoi nipoti si divertivano a non farsi capire dagli adulti, ne è convinto al punto di avere avuto voglia di costruirci sopra il suo terzo film. Dove un bambino viene tenuto fuori dal mondo per alcuni anni e completamente “programmato” dal padre attraverso un… leggi tutto
Sabbia canta, accarezzo ruzzolare, tocco cometa, chiamo di mentire". Si esprime così, e in modo anche più bizzarro, il piccolo Giovanni (Andrej Chalimon, l'indimenticabile Kolja) cocco di papà Lanfranco (Jacques Perrin) con il quale vive in una meravigliosa villa nel cuore della Toscana. Prima dei titoli di testa abbiamo visto Lanfranco giocare con i jeaux…
"Un thriller dell'anima": è così che il regista ha giustamente definito questa delicata ed empatica pellicola che – fra le tante altre cose di cui parla - ci offre anche la preziosa occasione di riflettere su quanto sia difficile comunicare, e come sia importante provare a farlo al di là dei pregiudizi e degli stereotipi, mettendosi di conseguenza in gioco in prima persona con…
Era qualche mese che aspettavo di vedere questo film. Ero andata a curiosare tra i vari spezzoni trovati qua e la sul web e la curiosità di vederlo tutto intero dall'inizio alla fine è via via cresciuta. Poi la presentazione a Firenze. Avrei visto questo film come si deve, al cinema, e così è stato. Dire che sono ancora incantata, forse rende l'idea o forse no. Ma la forza di quel bambino,…
Alcune considerazioni sul film “Prima la musica, poi le parole” di Fulvio Wetzl, Italia, 1998
Qual è il confine tra educazione e manipolazione? Quando un genitore, anche al di là delle sue stesse intenzioni, altera la condizione mentale del figlio fino a renderlo, nell’ora e nel futuro, un disadattato? Come può quest’infante sempre vissuto in questa condizione di…
“Prima la musica poi le parole” ci cattura in un vortice di emozioni in cui è facile riconoscersi quando si soffre il peso dell'incomprensione: non solo quella che si subisce quando non si è capiti ma anche quella che si fa patire all'altro quando non si riesce a capirlo o non si vuole capirlo. Basti pensare all'esperienza del significato e del significante della parola "relazione": ci si…
"E ora diamo la parola al Presidente Obama.." roba che nemmeno nella più provocatoria fantapolitica Veroheveniana. Sì, pare proprio che la più miope & tirannica Potenza mondiale avrà alla sua guida un personaggio…
Soggetto "particolare" che Fulvio Wetzl riempie di personaggi ed avvenimenti….forse anche troppi!
Alla riscoperta di un tema da "ragazzo selvaggio" si rischia di perdersi fra il saggio e la storia di sentimenti. Comunque tutto si dimostra interessante, compresa l'interpretazione dell'ottima Anna Bonaiuto e del piccolo Andrej Chalimon, già apprezzato in KOLYA.
Si può reinventare un linguaggio? Il padovano Fulvio Wetzl, partendo da un giochino chiamato “zipacchiano” con il quale due suoi nipoti si divertivano a non farsi capire dagli adulti, ne è convinto al punto di avere avuto voglia di costruirci sopra il suo terzo film. Dove un bambino viene tenuto fuori dal mondo per alcuni anni e completamente “programmato” dal padre attraverso un…
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