Regia di Philippe Le Guay vedi scheda film
Un ex professore di storia (Cluzet) acquista la cantina di una coppia parigina che ha più di una grana con la figlia adolescente. Ma a vendita avvenuta, la coppia si accorge non solo delle strane abitudini dell'acquirente - che in quella cantina, priva di servizi igienici, ha deciso di viverci - ma che lo stesso è anche un negazionista della Shoah. Con puntuti strumenti dialettici, l'uomo cerca allora di fare breccia nella testa della ragazzina, mentre il padre di quest'ultima (Rénier) si adopera per mandare via dal codominio il nuovo arrivato. Ma ad avercela con le sue origini ebraiche non c'è solo l'ex professore.
Diretto da Philippe Le Guay, L'homme de la cave (ma perché storpiare così il bel titolo originale?) ambisce ad essere un apologo sull'apparenza della verità. Sulle prime il gioco sembra funzionare e il plot narrativo è nervoso e teso; ma a lungo andare il meccanismo si stempera in un relativismo radicale con troppi elementi aggiunti, finendo per falsare i suoi stessi presupposti.
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