Regia di Petar Pasic vedi scheda film
Opera inestricabile per come immersa in un universo simbolico rappresentato da archètipi e teorie da fisica quantistica, ma insolitamente coinvolgente e stimolante. Rappresenta la quarta regia dello slavo Petar Pasic, giovane e promettente autore che ha molte cose da raccontare. Facendolo, almeno in questa circostanza, con buon gusto e stile.
Un professore di antropologia (Marco Canadea) viene espulso dall'università presso la quale lavora per aver dichiarato di essere in prossimità di una scoperta apocalittica. Dopo essersi sposato in seconde nozze con una sua allieva, l'uomo non ha mai dimenticato la giovane prima moglie, persa prematuramente. Nemmeno la presenza della piccola figlia Gabrielle contribuisce a sanare una ferita sentimentale che lo spinge a cercare la ragione di eventi apparentemente casuali, tipo la morte di una persona cara. Isolato in prossimità di uno stagno, sfiancato da studi che sembrano allontanarlo dagli affetti più prossimi, il professore cade in uno stato mentale apparentemente delirante, certo che sia ormai prossima la fine del mondo.
"Stai zitto: sta dormendo. Cantiamo in silenzio mentre sogna. Sogna un mondo, mentre il mondo sogna lui in un silenzioso rumore, nell'oscurità della luce, eterna fino alla fine."
Il nostro sistema percettivo visivo si limita a captare lo 0,0035% dello spettro visibile. I nostri sensi (vista, udito, olfatto, gusto e tatto) permettono di recepire solo una fetta, una minima frazione della realtà che ci circonda. Su questi presupposti Petar Pasic sviluppa per immagini poetiche e quasi irreali la psicologica sceneggiatura opera di Dusan Bulic. The pond (Lo stagno) è un film fatto di sensazioni, di parole volutamente accostate in senso ossimorico, di ipotesi sull'ignoto e sull'occulto (in senso etimologico appunto, cioè a dire quella realtà che è celata, nascosta alla vista dell'essere umano). Azzarda teorie da multiverso, prossime alla fisica quantistica, mettendo in scena simboli (l'albero della vita, cerchi e altri archètipi) e una realtà parallela che sembra essere frutto dei nostri pensieri. Il film procede lento, senza botti sonori, privo di effetti speciali, al contrario in educata e rispettosa contemplazione del paranormale, ottimamente sfiorato dal malinconico e predestinato protagonista. Una contemplazione di fatto mai risolutiva in quanto tratta di una realtà parallela che può essere, per allegoria, accostata ad una partita di scacchi, tormentone che attanaglia il professore e che ha l'aspetto del giocatore Paul Leonard Murray (attore eccezionale peraltro), mefistofelica figura via di mezzo tra folle e sapiente di verità trascendentali.
"Il mondo è fatto di cerchi, e noi siamo in mezzo a quei cerchi", annuncia ad un certo punto il protagonista, e prosegue: "Noi siamo già all'Inferno. Dante stava raccontando fatti reali. Dante stava parlando di questo Inferno".
Con mano sensibile, tanto quanto l'animo, Petar Pasic gira scene mozzafiato, sfruttando location naturali suggestive e adatte al clima sulfureo della storia. Come dimostra un cielo sempre gravoso e mai intravisto nel suo chiarore, sempre cioè cinereo e annuvolato. The pond è un film intellettuale, che richiede più di una visione per essere assimilato e compreso ma che già alla prima occasione lascia pietrificati. Non perché faccia paura, benché sia catalogato come horror, ovvero un genere con il quale ha ben poco da spartire. Ma per come stuzzica fantasmi personali e soggettivi, pronti a riaffiorare in noi come riflesso di quel che sta vivendo il protagonista, ormai diretto verso le spire inestricabili del delirio e della pazzia. Uscito il 23 febbraio 2021 solo in Inghilterra, questo gioiello del mystery ha ottenuto sin da subito pessimo riscontro, proprio a causa di un tema di complessa articolazione, che richiede profonda attenzione e - soprattutto - riflessione. Cosa oggi purtroppo difficile per maggior parte del pubblico, abituato a trame elementari, a temi superficiali e sceneggiature sempre più prevedibili.
Curiosità
A proposito della scacchiera pieghevole, protagonista nel film al pari dei vari personaggi, il misterioso sfidante del professore senza nome ne rivela le origini: inventata nel 1125 da un sacerdote amante degli scacchi contro il parere della Chiesa, che riteneva il gioco di origine diabolica. Il sacerdote nascondeva la sua scacchiera, facendola apparire semplicemente come due libri sovrapposti.
"Lingue ardenti di fiamma invisibile imprimono il marchio dell’inferno sulla mia anima esausta." (H. P. Lovecraft)
Trailer
07/03/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 95'39") / Data del rilascio UK: 23/02/2021
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