Regia di Rhayne Vermette vedi scheda film
TFF 39 - LE STANZE DI ROL
Durante la celebrazione di una festa nel territorio Nord Americano abitato da un nucleo Métis, riappare come d'incanto la giovane Renée, che circa quattro anni prima aveva fatto perdere le tracce di sé, costringendo il fratello Modeste e sua moglie Eleonoire, ad allevare come figlia propria la piccola Athene, in realtà figlia della scomparsa e di chissà chi altro.
Se da una parte il fratello appare rincuorato, dall'altro la reticenza della ritrovata di riferire le dinamiche della sua lunga assenza, rende ancora più la coppia di genitori adottivi preoccupati che una siffatta madre naturale possa gestire una figlia in una età così cruciale.
Quando poi Renée dichiara di intendere acquisire un lotto di terreno per stabilire la propria di ora, la cognata della donna si impunta pretendendo di continuare a fare da madre alla adorata nipote-figlia.
La circostanza porterà a reazioni letteralmente "esplosive" da parte della madre naturale.
Ste. Anne, esordio nel lungo di una cineasta sperimentale tutto fuorché convenzionale e scontata come è Rhayne Vermette, sviluppa la sua vicenda in sottrazione, attraverso una narrazione ridotta al minimo e punteggiata di immagini sfocate, sporcate e probabilmente volutamente danneggiate e sovraesposte che ne rendono difficoltoso un facile approccio, stimolando lo spettatore a predisporsi verso la inquietante protagonista, come nei confronti di una persona posseduta o vittima di incomprensibili condizionamenti.
Quasi - verrebbe da supporre - la donna risultasse vittima di un lavaggio del cervello, di una possessione, di un rapimento alieno.
Non avremo mai certezze da questo film, ma sconcertanti e nefaste evidenze di un comportamento dai risvolti inquietanti e crudeli.
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