Regia di Matt D'Elia vedi scheda film
In questo monologo lo stand up comedian Chris D'Elia racconta quanto è stato difficile per lui diventare un comico, essendo cresciuto in una famiglia assolutamente normale in cui tutti si volevano bene, e senza traumi particolari.
Il repertorio di un comico prende spunto dalla sua vita, dalla volontà e più spesso dalla necessità di trasformare in qualcosa di divertente i traumi che lo hanno perseguitato: da questo assunto parte lo spettacolo No pain di Chris D'Elia, che finisce per definirsi stand up comedian 'suo malgrado'. Sì, perché non avendo subito particolari maltrattamenti durante l'infanzia, avendo anzi avuto due genitori uniti e sufficientemente amorevoli, nonché una famiglia piuttosto unita e priva di elementi disfunzionali, di disturbo, D'Elia sente di non avere i requisiti di base per essere un buon catalizzatore di risate: eppure... Eppure nella sua mente succedono cose che hanno impellente necessità di essere raccontate, e in quest'ora (scarsa) di spettacolo ce ne espone una bella serie. Dinoccolato nel fisico, ma al contempo ben piazzato; solido nel tono di voce, ma anche capace di passare rapidamente a vocine demenziali e imitazioni sopra le righe, il comico del New Jersey offre un buon assaggio del suo repertorio e delle sue potenzialità, infilandosi anche in una interessante digressione sul politicamente corretto che, in buona sostanza, può riassumersi con: sono solo battute, se non offendessero nessuno che battute sarebbero? In effetti risata e dolore sono molto più legati tra loro di quanto si possa credere, e questo naturalmente ci riporta alla riflessione di partenza. 6/10.
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