Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
La bella vedova di un anziano ufficiale cieco viene accusata di averlo ucciso: la sua difesa viene assunta da un brillante avvocato, che si innamora di lei e si ostina a convincersi della sua innocenza nonostante i segnali in contrario. Difficile parlare di suspense per un film dove il colpevole viene arrestato nella prima scena, per quanto si cerchi poi di insinuare dubbi. Infatti quello che conta è il contorno melodrammatico: l’avvocato perde la testa per una donna dal passato torbido, che ha condotto alla rovina il devoto servitore del marito; sua moglie è stata insidiata dal giudice, lo ha respinto ma poi ha taciuto al marito per convenienza; il giudice, per ripicca, arbitra la causa con palese parzialità. Le scene processuali sono uno psicodramma che neanche Cayatte, una profusione di colpi di scena dove ci si può confondere fra i tanti contorcimenti della trama (Giorgio Gosetti nel Castoro scrive che “non è praticamente possibile ricostruire in modo plausibile il delitto della signora Paradine sulla base delle testimonianze rese al processo”: non ho verificato, ma non stento a crederci): tanto più accomodante appare il finale. Alida Valli e Louis Jourdan, presentati nei titoli di testa come “two new Selznick stars”, sembrano due animali esotici esposti al pubblico di uno zoo.
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