Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
Greenaway dipinge la pellicola cinematografica e crea un quadro, un'opera d'arte in movimento che va analizzata, vivisezionata, decomposta, rivista per cogliere il significato ultimo o meglio i significati ultimi che da essa si dipartono, si aggrovigliano, si fondono. Il regista forgia la propria materia per dar vita alle proprie idee, al proprio pensiero, alla propria logica (ir)razionale; lo spettatore deve vedere, intravedere, scorgere, percepire sia con la mente che con il cuore; con la logica e con il sentimento. Lo spazio e il tempo si dilatano e si comprimono; si decompongono e si (ri)creano come i corpi rappresentati nel film. La vita, la morte e la post-morte; il desiderio di simmetria e la perdita di essa come conseguente presagio della morte e della fine che si avvicina. Greenaway, come il van Meegeren del film che cerca di riprodurre tridimensionalmente le opere di Vermeer, tenta di ricreare tridimensionalmente una nuova realtà cinematografica oltre e fuori dallo schermo. Cerca (come Godard) nuove forme di linguaggio, nuovi confini artistici che sconfinino dalle convenzioni e dalle regole proprie del mezzo cinematografico che è allo stesso tempo mezzo tecnologico e macchina immaginifica (ri)produttrice di forme artistiche finite (A Zed) ed infinite ( OO).....ZOO.
Su un impianto in apparenza più lineare di altre sue opere e con un umorismo nero in parte meno feroce di altre volte, il regista inglese crea la propria tela con un'eleganza formale in cui la prevalenza di inquadrature ferme in oggettiva viene interrotta da lievi carrellate in cui la luce e le ombre hanno un ruolo fondamentale nella rappresentazione scenica. La luce appunto linfa vitale dello stesso mezzo Cinema. Fonte di vita, ma anche suo limite.
Non sono stato folgorato durante la visione come mi era accaduto ad esempio per "Ii misteri del giardino di Compton House", ma anche qui ne "Lo zoo di Venere" il livello è alto, molto alto.....
Arte Visiva!
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Bravissimo!!!!
Grazie....devo dire che le letture su questo regista e sui suoi film aiutano a comprendere e a capire l'universo Greenaway e i suoi intenti. Poi ognuno percepisce ciò che vuole. Come per alcune opere pittoriche, anche per questo tipo di Cinema è meglio (e più affascinare) unire le proprie senzazioni, i propri giudizi a quelli del regista. Quando è possibile tento di farlo.
E' da troppo tempo poggiato accanto al lettore dvd, pronto per essere visto. Ok, ma quando?
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