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La noia

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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La recensione su La noia

di Stefano L
6 stelle

The Empty Canvas (La Noia) - Film | Park Circus

 

La noia di Dino (l'aitante tedesco Horst Buchholz), pittore naïf di agiata famiglia, è dovuta ad una condotta fatua, ove i rapporti interpersonali sono ridotti a meccanici e inconsistenti contatti umani. La madre (Bette Davis) è sentimentalmente distaccata, benché si preoccupi dello status del figlio e dei bisogni che gli garantiscono, agli occhi degli altri, un tenore decoroso, in quanto appartenente all’aristocrazia. Le incertezze si paleseranno quando farà la sua comparsa l’incantevole diciottenne Cecilia (Catherine Spaak), femme fatale che gli procura una fastidiosa insicurezza nel momento in cui avverte la mancanza di qualcosa che crede appartenergli: la fanciulla è una libertina, e lo disorienterà non appena svelerà la relazione con un altro maschio. La ragazza nota la scarsa resilienza di Dino davanti al tradimento e ne approfitta chiedendo dei soldi per sussidiare lei e l'amante; in cambio accetterà un fidanzamento artefatto che, apparentemente, dissiperà l'alienamento del rampollo dell’alta borghesia. Paradossalmente questo legame anomalo porterà ad appurare quale sia la fonte di tutti i dilemmi: l’incapacità di amare... Il propellente de "La Noia" di Damiani sembrerebbe la solita vacuità delle classi ricche e prive di valori; l'autore, nella trasposizione dell’omonimo componimento agrodolce di Moravia, tenta però di inserire nel testo un frugale contenuto esistenzialista. In alcune parti l’intento di intraprendere dei temi più profondi viene sostenuto da un simbolismo pertinente (icastico il frammento dove appare la tela intatta su cui l'artista non vuole dipingere nulla, poiché si mostra già come una perfetta effigie del mondo, e mordace la chiusa dall’afflato distopico), sebbene la natura vicina alla pochade sia comunque constatabile. Le attrattive principali della pellicola rimangono una Spaak dall'avvenente sensualità, ed una Bette Davis dal caliginoso fascino. Buchholz non era malvagio, ma aveva una rigidità che andava smaltita. Film interessante, eppure incompleto nell'estensione delle tematiche e nel delineamento dei caratteri.

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