Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Terzo capitolo del "Decalogo",terzo infrangimento delle leggi divine,con relative conseguenze.Di nuovo,Kieslowski,come un bambino in festa,torna e ritorna con un discorso unitario infinitamente grande su Varsavia,sulla Polonia e anche sul mondo intero."Decalogo 3" è freddo e ineccepibile nella sua infinita grazia,ma è probabilmente il meno riuscito tra gli episodi del "Decalogo".Chi si è affezionato ai precedenti capitoli troverà in questo film una risposta uguale e contraria a quanto espresso in principio dal regista polacco:"Ricordati di santificare le feste" diventa un ordine,non una possibilità.Probabilmente segnato da un meccanismo di psicologia inversa leggittimata al reale,"Decalogo 3" è mistico ma non surreale come i primi capitoli.L'aria di festa elimina l'etereo sapore di morte che gozzovigliava nei cunicoli strettissimi dei precedenti capitoli.Qui,la macchina da presa,come un moderno stalker,insegue due persone che si erano amate e che si sono perdute,e che quindi vogliono ritrovarsi.Minnacciosamente,Kielslowski gira e rigira nella neve tra gli oscuri meandri dell'amore,facendosi quindi Cupido e Marte allo stesso tempo.La prima scena delinea una famiglia felice:Vigilia di Natale,il capo famiglia fa divertire i suoi figlioletti arrivando vestito da Babbo Natale.Nella sua strada incontra il Krzysztof del primo capitolo del "Decalogo" e lì si capisce che la tragedia incombe:Ma in questo caso la tragedia più che umana è catartica e altamente metafisica.Alla messa di mezzanotte Janustz(il capo famiglia) intravede nella folla Ewa,sua ex.Più tardi questa donna gli citofona a casa e praticamente lo accusa di aver fatto una telefonata anonima al proprio marito, per far finire la loro relazione, ed ora vuole che Janustz passi la sera di Natale con lei,per ritrovare il marito..Questo,è solo un disperato tentativo di rimettere in piedi un rapporto ormai finito.La psicologia dei personaggi è sempre più importante in Kieslowski.Tutti molto fragili e molto mascherati.Piccoli granelli di sabbia nelle scarpe di un gigante,che oggi lo sfidano,oggi lo pregano,oggi "santificano" la sua nascita.Lontano dalla familiarità e dalla vita di tutti i giorni Janustz cerca di instaurare un rapporto di puro sostegno con l'ex,ma capisce pian piano che lei vuole altro,molto altro.Meno simbologico e filosofico del solito,Kieslowski garantisce la totale assenza di mistero nella vicenda:Tutto si comprende subito,incombe un clima di tragedia,interrotto dalla risa(sforzate) di chi attende una festa da una vita e se la vede rovinata.O da chi,come Ewa,approfitta della festa per fare un brain storming con sè stessa e rimettere in piedi la sua vita.Partendo dall'origine del male,o del bene.L'idea della festa che il genio polacco esprime è eccezionale:La festa è una comunione d'intenti e di sentimenti,che tu sia religioso,ateo,non curante di cosa ti gira intorno.Probabilmente è questo il motivo per cui questo film è il meno riuscito del "Decalogo" in sè."Decalogo 3" è il manifesto della religiosità atea di Kieslowski:Il destino muove le sue carte e ci fa capire quanto ci sarebbe bisogno di gente come Kieslowski ancora oggi.Ed è per questo che anche noi,alla fine,comprendiamo,quanto ci manca.
Piccola e intrigante.
Vorrei aggiungere una minuscola nota:L'angelo del Decalogo,stavolta,si vede nei panni di un autista.
Inferiore al solito,ma comunque sempre su livelli altissimi.
Non male.
Se la cava.
Bravissima.
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