Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Rosi piu'di dieci anni dopo l'amaro calice de Le mani sulla citta'torna a parlare di politica e lo fa con una consapevolezza piu'matura,ormai disillusa e apparentemente senza speranza.Se prima la regia dei suoi film di denuncia era una regia militante e di sinistra qui la posizione politica di Rosi si fa piu'sfumata come se avesse capito che anche l'altra parte politica non ha le risposte alle sue domande .E'vero che nell'ultima sequenza oltre al commissario Rogas è ucciso il segretario del Pci(un inedito Florestano Vancini nei panni di attore)ma è anche vero che questo ultimo duplice omicidio sembra avere radici non solo nella parte avversa politicamente,sembra una soluzione bipartisan come è di moda dire oggi.Rosi sembra dirci che l'eversione non ha colore politico ma ha le sue radici in un parastato parallelo a quello politico ma che sembra godere di una maggiore liberta'd'azione non essendo sottoposto a nessuna legge.E'un clima avvelenato quello che si legge nel film di Rosi e le responsabilita'sono di tutti sia della destra che della sinistra.All'inizio sembra che ci voglia introdurre nell'ordinarieta'di un indagine da parte di uno zelante commissario per l'uccisione di tre giudici.poi l'atmosfera diventa sempre piu'plumbea e non solo per gli omicidi,si ha la netta sensazione di un entita'diversa da quella statale,qualcosa che incombe e che tutto decide.E Rogas che si sta avvicinando troppo al cuore dell'organizzazione,che sta capendo i meccanismi che la regolano,deve essere eliminato.Ci si è evoluti dal tempo de Le mani sulla citta',ora non serve neanche essere eletti....Un film soffocante,stilisticamente rimarchevole con un grande cast che nobilita il tutto.E a dominare tutto col suo sguardo stanco,le rughe profonde e l'aria di chi la sa lunga c'è il magnifico Rogas di Lino Ventura....
come al solito un mito che tutto domina
un altro componente del fastoso cast....
ottimo
quasi luciferino
film di pessimismo cosmico ma stilisticamente rimarchevole
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