Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
L'ultima parola spetta a Dio e non all'uomo!
Sembra questa essere la vera interpretazione di questo comandamento per Kieslowski, non pronunciare la parola di Dio invano e non il suo nome ma in fondo anche non interpellare qualcuno sperando che possa sostituirsi ad esso, insomma questo secondo tassello del Decalogo è famoso o famigerato per essere quello che racconta una storia non coincidente alla perfezione con il comandamento che lo intitola, nonostante ciò è molto coinvolgente e toccante in precario equilibrio tra la vita e la morte come il bambino che porta in grembo la protagonista e suo marito in lotta con un male quasi sicuramente inguaribile, da qui scaturisce il collegamento con il comandamento e con il dottore che probabilmente in passato ha perso un figlio per qualche oscuro motivo tanto che afferma “Io ho un Dio personale”.
Dorota, interpretata con freddezza polacca da Krystyna Janda già musa di Andrej Wajda, è combattuta fra la scelta di abortire o continuare una gravidanza insperata che probabilmente non si ripeterà, la condizione discriminante per decidere è la certezza che il marito non sopravviva alla malattia perché il figlio non è suo, chiede quindi al suo medico una risposta che solo Dio può dare, anche se le speranze per l’uomo sono ridotte al lumicino non c’è una certezza assoluta, il peccato di decidere sulla vita non propria è compiuto quindi dal medico per evitare che Dorota lo compia a sua volta.
L’episodio come il precedente è ricco di simboli: l’acqua che sgocciola e sembra interrompersi da un secondo all’altro o l’ape che con le ali umide vuole uscire da una situazione disperata ma risulta essere opposto rispetto a Decalogo 1 in molti punti fondamentali. Non siamo in inverno, forse in primavera e il complesso di palazzi dove risiedono tutti i personaggi del ciclo di film assume un aspetto meno lugubre alla luce del giorno, il film e Dorota hanno un sussulto quando dalla stanza di ospedale compare una barella che sembra poter dare una sentenza definitiva sull’accaduto ma è solo un'illusione temporanea, c’è poi un ribaltamento di umori perché al contrario del primo film che parte come una cronaca famigliare distesa trasformandosi in dramma Decalogo 2 racconta il dramma di una donna afflitta da una situazione che apparentemente non può risolvere senza recare danno ai suoi affetti più intimi e soprattutto a se stessa ma si conclude con una dichiarazione d’amore pronunciata come un miracolo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta