Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Il cinema di Kielslowski è simbologia atea con venature pagane e strisce di pura follia contagiosa.Nel secondo episodio del "Decalogo" s'immagina l'uomo come una grande vespa,imprigionata in un bicchiere di succo di frutta con tutti i suoi pensieri,le sue preoccupazioni.E quando supera il tutto e raggiunge la pace interiore,può ricominciare a volare.Questa è,probabilmente,la scena più poetica di questo geniale mediometraggio.Kieslowski,coadiuvato al solito in sceneggiatura da Piesiewicz,dà libero sfogo alla sua dolente mente amniotica che risucchia con spirito caparbio la vita,come flagello e unica fonte di libertà."Non nominare il nome di Dio invano",recita solenne il secondo comandamento,lentamente,come una lunga e melensa cantilena altisonante.E perchè non dovremmo nominare questo nome di Dio?Altra profonda meditazione sul cambio di corso del destino e sull'imprevedibilità della vita.Dorota è una donna in crisi. Suo marito è in fin di vita all'ospedale, e da poco lei ha scoperto di aspettare un figlio dal suo amante.Opta per una scelta a due alternative:se il marito vive,si sbarazza del bambino;se muore, si rifà una vita.Così riduce allo stremo il primario dell'ospedale,un uomo crudo e scuro,cupo come pochi,con il solito sguardo perso nell'infinito che hanno un pò tutti i personaggi di Kieslowski.Siamo in "Decalogo 1",ancora.Palazzine grigie,nubi densi,e lo stesso angosciante odore di morte che nell'aria si sente sempre più denso.Ma stavolta non finisce male.Con un gesto d'infinita bontà,Kielslowski libera la vespa dal succo e la fa volare via libera.L'uomo che sembrava già morto,ha ripreso a camminare felice per il resto della sua vita.Ancora un "Destino Cieco",quello che Kieslowski ci mostra e ci affibia.Un destino scuro,dominante,indomabile.Il suo passo è solenne,la sua voce è morente.Fondamentale la costruzione dei personaggi nel nuovo film del "Decalogo":Da una parte c'è una moglie infedele e divisa come la Catharine del "Jules et Jim" di Truffaut(ancora Truffaut),che ama il marito e ama l'amante,e che porta in grembo un frutto nocivo e comunque splendido,perchè il miracolo finale,lo farà,senza dubbio,risplendere;Dall'altra parte abbiamo un uomo che sta costantemente tra la vita e la morte("Mi sembra di essere tornato dall'altro mondo" sussurra alla fine),di cui si può solo avere pena,o presunzione di essa;in mezzo,un uomo cupo e ambiguo,forse Kielslowski stesso,che non ha nessuna comunicazione con qualsivoglia essere vivente a parte la sua donna delle pulizie,alla quale racconta il suo passato.Perchè è il dolore il filo conduttore della vicenda:Si parte da un dolore terribile e si finisce con un dolore esistenziale senza fine.E intanto,l'Angelo del Decalogo,stavolta impersonificato da un infermiere all'ospedale,ci osserva con cura e ci scruta.
Dolorosa e solenne.
Probabilmente è il miglior regista europeo degli ultimi 60 anni.
Prova eccellente.
Non male.
Buona prova.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta